Santino Bozza, uno dei protagonisti della rissa nella Lega, dopo i ripetuti attacchi al segretario nathional Flavio Tosi ne ha ora anche per il governatore Luca Zaia, che ieri ha preso le distanze dal consigliere regionale dicendo di comprendere le ragioni della sua espulsione: «Non mi sarei mai aspettato queste parole – ha detto ieri Bozza – forse è ricattato anche lui o c’è sotto qualcosa».
Il fabbro di Monselice deve incassare anche la presa di distanza dei due colleghi «richiamati», Vittorino Cenci e Cristiano Corazzari, da lui indicati più volte in questi giorni come pronti ad abbandonare il gruppo leghista al Ferro Fini: «Santino non parla per mio conto – afferma Corazzari – il mio punto di riferimento è Zaia e mi attengo a quel che lui ci dice di fare, specie in questo momento di palpabile tensione». Gli fa eco Cenci: «Dopo quel che è accaduto si è aperta una fase di profonda riflessione, che non si chiuderà con decisioni frettolose e azzardate. Credo ancora nella Lega e non me ne vado, la mia battaglia la faccio nel partito. Almeno fino a quando me lo permetteranno». La prospettiva della nascita di un nuovo gruppo in consiglio, dunque, si allontana, nell’attesa di capire come andrà a finire il ricorso in appello di un altro consigliere, Giovanni Furlanetto, espulso. Intanto la «triumvira» Manuela Dal Lago dice di considerare «esagerato espellere uno per un fischio» e fa quadrato attorno a Zaia in vista del 2015: «Deve essere ricandidato perché è uscente, come è sempre successo nella Lega». E mentre il governatore blinda l’alleanza al Ferro Fini («Nel Pdl ci sono galantuomini che rispettano i patti») e ribadisce la sua contrarietà alle epurazioni («Le espulsioni hanno senso in casi eclatanti, così diffuse diventano un problema ingestibile»), il capogruppo al Senato Massimo Bitonci sposa la sua idea di un «conclave» chiarificatore: «Può essere la strada per trovare finalmente la sintesi».
Il Corriere del Veneto – 17 aprile 2013