Frasi che hanno fatto subito scattare dure critiche, nel giorno degli Stati Generali del Welfare con contestuale lancio di petardi e fumogeni tra manifestanti e agenti: «Le parole del ministro Fornero sono aberranti – il commento di Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista – il lavoro in Italia è un diritto costituzionale. Si rilegga gli articoli 1 e 4, tra i Principi fondamentali della nostra Carta».
Concetto ribadito anche dalla Lega Nord: «Il lavoro è un diritto. Il ministro Fornero ha giurato sulla Costituzione o su Topolino?» si è chiesto il senatore del Carroccio, Gianvittore Vaccari. «Se i lavoratori per caso leggessero il Wall Street Journal di oggi – ha scritto Antonio Di Pietro sul suo blog – scoprirebbero che dal giorno alla notte hanno perso anche il diritto formale al lavoro. A quanto pare la badessa Fornero ha riscritto, tutta da sola e senza chiedere il permesso a nessuno, l’art. 1 della Costituzione. Cara professoressa, questa è un’asineria bella e buona» il commento del leader dell’Italia dei Valori.
LA PRECISAZIONE – Il ministro ha cercato poi di precisare il senso delle sue parole (così nell’originale: «We’re trying to protect individuals not their jobs. People’s attitudes have to change. Work isn’t a right; it has to be earned, including through sacrifice»): «Il diritto al lavoro non è mai stato messo in discussione come non potrebbe essere mai visto quanto affermato dalla nostra Costituzione. Ho fatto riferimento alla tutela del lavoratore nel mercato e non a quella del singolo posto di lavoro, come sempre sottolineato in ogni circostanza».
27 giugno 2012