Un appello a «spostare in avanti» il limite del 31 marzo 2012, entro il quale le casse di previdenza privatizzate dovranno attuare riforme per garantire la sostenibilità a cinquant’anni.
Pena l’applicazione del metodo contributivo per tutti e un versamento di solidarietà dell’1% da parte dei pensionati. A lanciarlo è Andrea Camporese, presidente dell’Adepp, l’associazione che riunisce 20 enti pensionistici nati con i dlgs n. 509 del 1994 e n. 103 del 1996, autore di una lettera inviata ieri al premier Mario Monti, al ministro del welfare Elsa Fornero e al presidente della commissione bilancio della camera Giancarlo Giorgetti, nelle stesse ore in cui la manovra, contenente le indicazioni per il riordino (si veda ItaliaOggi di ieri) arrivava a Montecitorio.
L’obiettivo è ottenere dall’esecutivo più tempo per consentire «alle diverse categorie di discutere democraticamente sui percorsi da intraprendere» ed evitare ai giovani di pagare in alcuni casi «l’effetto delle passività di sistemi premianti del passato », nonché di subire «un aggravio pesante della contribuzione» perché i bilanci risultino in ordine per altri vent’anni (oggi il termine è di 30, ndr); perciò, «l’improvvisa sterzata» verso il meccanismo di calcolo contributivo pro rata, mai richiesta ad alcun istituto pubblico o privato del paese, «non appare coerente sul piano tecnico e generazionale». Camporese mette in luce, inoltre, che aver imposto al sistema previdenziale dei professionisti, nell’arco di un quadriennio, «il passaggio da una sostenibilità a quindici anni a una a cinquanta» è difficile da far digerire agli iscritti, «in costanza dell’obbligo di accantonare cinque volte l’ammontare delle pensioni erogate ogni anno». E, infine, si rivolge a Monti rievocando il suo richiamo all’equità: «Deve essere declinata, per non divenire solo uno slogan».
ItaliaOggi – Simona D’Alessio – 7 dicembre 2011