Preparatevi, stanno arrivando. Le 35 mila letterine del nuovo redditometro sono in avvicinamento ai contribuenti che avranno fatto scattare l’allarme per «scostamenti» significativi tra reddito dichiarato e spese sostenute. Più volte è stato garantito dall’Agenzia delle entrate che i chiarimenti riguarderanno chi avrà superato abbondantemente la soglia del 20% di scostamento. La partita si giocherà in due tempi: la prima convocazione per richiesta di chiarimenti, la seconda (se le spiegazioni non saranno soddisfacenti) con l’accertamento vero e proprio. Nella prima fase occorrerà spiegare da dove arrivano i soldi utilizzati per una casa, un’auto o una barca e che non compaiono nella dichiarazione dei redditi.
È determinante poter sostenere una tesi con l’apporto di prove da esibire. Ecco qualche esempio per capire come evitare l’accertamento vero e proprio.
La casa
L’acquisto e le donazioni. Spese e fatture per i lavori
Il redditometro potrebbe accendere i suoi fari sull’acquisto di una casa il cui valore viene considerato incongruo rispetto al reddito da voi dichiarato. Se infatti avete acquistato un immobile del valore di 400 mila euro, avete dichiarato un reddito annuo di 100 mila euro e contratto un mutuo per 150 mila euro, dovrete dimostrare al fisco da dove arrivano i rimanenti 250 mila euro. Nel caso di giovani all’acquisto della prima casa, è possibile dimostrare di aver ricevuto i 200 mila euro dai propri genitori, si potrà sostenere di aver vissuto in casa loro accantonando una parte del proprio reddito annuo in un fondo di investimento ad alto rendimento. Se l’acquirente non è un giovane (e magari non ha più i genitori) potrà sempre esibire una donazione o il lascito di una somma in denaro da parte di un congiunto defunto oppure la cessione di quote societarie. Se invece in casa avete effettuato solo dei lavori di ristrutturazione, il discorso è diverso. Immaginiamo un caso in cui una coppia di impiegati che dichiara un reddito annuo di 28 mila euro effettui degli impegnativi lavori in casa per un importo di 50 mila euro senza fare ricorso a un mutuo e beneficiando delle detrazioni previste per legge: si tratta di uno scostamento superiore al 20% che farà scattare sicuramente la richiesta di chiarimenti. In quel caso bisognerà dimostrare la fonte di quel denaro, per esempio dall’affitto dello stesso immobile dichiarato negli anni precedenti. In ogni caso bisognerà esibire anche le ricevute di pagamento, i bonifici e gli assegni utilizzati per pagare la ditta ristrutturatrice.
Auto, barche e vacanze
Motori (o viaggi), con assegni e bonifici
Un impiegato con un reddito da 24 mila euro annui acquista un’auto da 45 mila euro: dovrà dimostrare , tramite prove documentali, l’origine dei fondi. Anche nel caso di finanziamenti o prestiti da amici o parenti saranno indispensabili assegni o bonifici. Allo stesso tempo bisognerà dimostrare da dove arriva il denaro necessario alle spese di mantenimento, dal bollo all’assicurazione. Lo stesso meccanismo vale per l’acquisto di una moto. Il caso dell’imbarcazione è ancora più complesso: immaginiamo che nel 2009 un libero professionista abbia siglato un contratto di leasing per un’imbarcazione del valore di 180 mila euro con un canone annuo quinquennale di 60 mila euro. Se nel triennio dal 2009 al 2011 ha dichiarato un reddito di circa 50 mila euro, sarà certamente convocato. Bisognerà portare prove concrete e convincenti: si può esibire l’anticipo del Tfr ricevuto nel 2008, oppure documenti che provano l’uso di titoli finanziari in scadenza o persino una vincita, sempre che possa essere documentata. Persino un viaggio può far scattare il redditometro: se andate alle Maldive con un reddito da 18 mila euro l’anno, non siete credibili. A meno di non dimostrare di essersi sposati e di averlo ricevuto come regalo di nozze.
Beni di lusso
Investimenti finanziari e risparmi accumulati
La lettera con richiesta di spiegazioni è in viaggio anche per coloro che tra il 2009 e oggi hanno effettuato investimenti finanziari non troppo chiari. Prendiamo come campione un ex dirigente in pensione con un reddito di 30 mila euro l’anno. Immaginiamo che abbia una buona attività finanziaria tramite fondi di investimento o titoli obbligazionari che comportano un investimento complessivo di circa 100 mila euro l’anno. Dovrà riuscire a dimostrare che si tratta di risparmi accumulati negli anni , a cui ha aggiunto il Tfr d’uscita dalla sua azienda o magari grazie alla vendita di un terreno effettuata l’anno prima. Gli uomini del fisco potranno chiedere spiegazioni anche nel caso in cui risultassero acquisti di gioielli o opere d’arte. Se siete una giovane commerciante alle prime armi che dichiara un reddito annuo di 20 mila euro e avete acquistato un orologio o un quadro del valore di 15 mila euro, dovrete prepararvi a spiegare qual è l’origine terza del vostro denaro e fare in modo che non ci sia alcun dubbio che quella provenienza sia legale. Magari, molto semplicemente, dichiarerete di essere un’appassionato collezionista del settore e potrete essere in grado di dimostrare che avete reinvestito i proventi della vendita di un altro oggetto da collezione da voi precedentemente posseduto. Di sicuro i beni di lusso sono quelli particolarmente «attenzionati» dal nuovo redditometro considerato che sono quelli che richiedono maggior potere d’acquisto. Se poi questo si scontra con il basso reddito dichiarato, è naturale essere chiamati in causa per dimostrare quale sia l’origine (lecita) del denaro utilizzato per gli acquisti «fuori misura».
Isidoro Trovato – Corriere della Sera – 16 settembre 2013