Breaking news

Sei in:

Tremonti: «Il problema resta il Sud che continua ad arretrare»

La priorità del Governo è far crescere il Sud. Il ministro: l’Italia è l’unica economia europea «duale» con il Nord che è tra le aree Ue più ricche e il Mezzogiorno “lontano”

Per invertire la rotta occorre sconfiggere la criminalità e spendere meglio i fondi Ue. In arrivo 200 nuove reti di imprese.

«Primum vivere, deinde sviluppari, anche se in latino non esiste». Giulio Tremonti si lascia andare alla battuta, e poi spiega: durante la crisi il Governo ha avuto come priorità i conti pubblici, «non un semplice esercizio di ragioneria», ma precise scelte, concentrando la spesa pubblica possibile sul sociale. «Abbiamo garantito il risparmio delle famiglie, la coesione sociale, tenuto aperto il canale di finanziamento alle imprese». E l’Italia ha retto: «Abbiamo una grande vitalità economica, 8 milioni di partite Iva, un fattore di forza».

Ora bisogna crescere, è l’impegno del Governo. Ma certo non sono incoraggianti i primi dati dell’anno, con il Pil italiano nel primo trimestre a +0,1% contro l’1,5 tedesco e l’1% della Francia. Cerca di dare una spiegazione il ministro dell’Economia, invitato al convegno “Crescere tra le righe”, organizzato dall’Osservatorio Giovani-Editori, ed intervistato, davanti a tanti ragazzi, dal direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano.

È troppo forte l’economia illegale, dobbiamo recuperare l’evasione fiscale «25 miliardi di euro in due anni non sono pochi». Ma il nocciolo sta nella vecchia e irrisolta “questione meridionale”. «Il Nord Italia è la regione più ricca d’Europa, il Mezzogiorno va indietro», ha detto Tremonti. Un esempio per tutti, la lentezza delle ferrovie, che rendono il Sud così lontano. Nessun retropensiero di matrice leghista: «Siamo l’unica economia europea duale, ma non vogliamo diventare un paese diviso». È un problema politico, non di risorse: «Ci sono più di 40 miliardi a disposizione, ma non c’è capacità di spesa. Nel 2011 rischiamo di perdere 6 miliardi. Sono nostri contributi che vanno ad altri Paesi Ue. È una follia». Incapacità, ma anche cattiva volontà: «Avete letto un bando di gara al Sud? Ci vuole Einstein, sono fatti per non spendere».

Ora il Governo ha varato il decreto sviluppo: «Ma la crescita non si ottiene con un provvedimento, né in un giorno. Bisogna avviare un processo». E sul confronto con la Germania non presta il fianco: «Welcome Germania», ha detto, sottolineando che ora sono i tedeschi ad avere il terzo debito pubblico del mondo, mentre noi siamo quarti. E poi l’Italia potrebbe recuperare terreno: «Per cinque anni siamo stati davanti a loro, poi la Germania ha fatto un po’ di più ed ha avuto la grande fortuna di incrociare la domanda cinese e i loro investimenti», ha detto il ministro, ricordando anche le 90 deroghe sugli aiuti che i tedeschi hanno avuto durante la crisi e la chance del nucleare. Tra qualche anno, però, potremmo risuperarli, e non è un obbligo copiare il loro modello di sviluppo. «Ogni Paese ha il proprio, l’Italia ha quello misto, più spazio possibile al privato, lo Stato quando è necessario».

Ecco, i privati: «Siamo aperti a qualsiasi proposta che possa venire dal mondo delle imprese». Con un paletto: «Basta che non costi, non si può fare sviluppo con la spesa pubblica. Questa medicina è finita». Primo passo, il decreto varato la settimana scorsa. E il ministro non rinuncia alle polemiche: «C’è stata una pittoresca attenzione al tema delle spiagge. Ma delle spiagge non me ne frega un tubo». Per poi precisare la sera: «Avevo solo fatto notare che l’attenzione si è concentrata su un aspetto, ma le spiagge sono meno importanti delle opere pubbliche, della ricerca e del lavoro nel Mezzogiorno, contenuti nel decreto» e che l’importante è «la creazione dei distretti turistici a burocrazia zero».

Il governo, ha sottolineato Tremonti, per la crescita sta facendo di più, specie per aumentare la dimensione delle imprese, «un messaggio che Confindustria ha capito». È nato il fondo per la patrimonializzazione, con Confindustria e le banche; ci sono le agevolazioni alle reti d’impresa «a fine anno saranno 200»; il fondo strategico per gli investimenti. Bisogna agire ancora sull’export, comunque è nata Export Banca, sintesi tra Sace e Cassa depositi e prestiti. Il tutto per concludere: «L’Italia è un paese fortissimo». Un lungo colloquio, poi il ministro se ne è andato. Senza le domande dei ragazzi, che hanno protestato. Ma l’organizzazione ha chiarito: il ministro era disponibile, ma è mancato il tempo, i pullman per il rientro dovevano partire

Ilsole24ore.com – 15 maggio 2011

site created by electrisheeps.com - web design & web marketing

Back to Top