Al lavoratore spetta un ulteriore risarcimento del danno morale nel caso in cui l’azienda che lo mette alla porta non solo lo abbia ingiustamente licenziato, ma abbia anche dato un «carattere ingiurioso» alla «sanzione espulsiva».
Lo sottolinea la Cassazione dando torto alla Rai che non voleva riconoscere l’ulteriore risarcimento proprio per il «licenziamento ingiurioso» subito da un ex vicedirettore della testata sportiva.
Il caso
In Cassazione, la Rai ha contestato questa voce del risarcimento mettendo in dubbio la legittimità del riconoscimento di questo tipo di danno, ritenendola già compresa nella liquidazione del danno biologico e morale data al giornalista. I supremi giudici, invece, con la sentenza 30668/11 gli hanno risposto che gli altri circa 10.000 euro liquidati all’ex dipendente – con la sentenza emessa dalla Corte di Appello di Roma nel 2009 – servono per l’ulteriore danno morale «conseguente appunto alla sofferenza patita per il carattere ingiurioso della sanzione espulsiva». La «ingiuriosità del licenziamento è stata desunta da elementi complessivamente valutati, attinenti all’intrinseca vessatorietà del provvedimento e non solo alla risonanza successiva data alla misura espulsiva dagli organi di stampa e al carattere nazionale che aveva assunto la notizia: ciò si desume dalla rilevanza attribuita anche alla mancata preventiva consultazione del Comitato di Redazione ai sensi dell’art.34 ccnl, con ciò evidenziandosi il mancato rispetto della procedura prevista a tutela del lavoratore».
Lastampa.it – 6 gennaio 2012