di Ignazio Marino. Casse di previdenza dei professionisti a dieta forzata. Per il 2013 ammonta a circa 7 milioni di euro la cifra che gli enti hanno dovuto risparmiare (ovvero il 10% dei consumi intermedi) e versare allo stato entro il 30 giugno. Nel 2012 (quando c’era da tagliare il 5% delle spese) la cifra era stata di 3,5 milioni di euro. La previsione normativa che impone i risparmi forzosi è contenuta nella legge 135/2012, meglio conosciuta come Spending review, pensata per abbattere la spesa pubblica ed estesa anche al comparto degli enti pensionistici privatizzati e privati per effetto della loro inclusione nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni.
È l’Enpam dei medici che, anche quest’anno, ha versato la cifra più alta: 1,422 milioni di euro (contro i 711 mila euro del 2012). Seguita da Inarcassa con 870 mila euro e da Cassa Forense con 740 mila euro (si veda tabella in pagina). Resta l’Enpab dei biologi a versare la cifra più bassa: 67 mila euro. Dunque, budget tagliati per tutte quelle attività strumentali che vanno dalle consulenze legali alle spese per missioni, sia del personale dipendente sia di quello degli organi di amministrazione e controllo. Cifre ridotte anche per quanto riguarda la comunicazione istituzionale e la manutenzione degli immobili. Enpav è passata dai 50mila euro del 2012 ai 90mila euro già versati al 30 giugno del 2013. Un esborso dell’80% in più.
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3 luglio 2013