Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi, su proposta dei ministri Giampietro D’Alia e Fabrizio Saccomanni, un regolamento che proroga alla fine del 2014 il blocco della contrattazione e degli aumenti automatici degli stipendi per i dipendenti pubblici. Lo annuncia un comunicato di Palazzo Chigi: «Resta confermato il blocco delle retribuzioni per il 2014 che vale 7 miliardi di euro, cifra che non abbiamo». La contrattazione, per ora, riguarderà dunque solo la parte normativa, da integrare successivamente, nel 2015, con il trattamento economico. Il Governo, sottolinea una nota della Funzione Pubblica, ha tenuto conto del parere espresso dalle commissioni parlamentari.
Come dichiarato dallo stesso ministro D’Alia ripartirà la prima settimana di settembre la trattativa sul rinnovo dei contratti per il Pubblico impiego, fermi da cinque anni.
L’adozione del regolamento – spiega una nota di Palazzo Chigi – si rende necessaria per la particolare contingenza economico-finanziaria, che richiede interventi non limitati al solo 2013, i cui effetti sono stati già scontati sui saldi di finanza pubblica. Sussistono infatti condizioni di eccezionalità tali da giustificare la proroga al 31 dicembre del 2014 di una serie di misure in materia di pubblico impiego, comunque con un orizzonte temporale limitato, come richiesto nei pareri delle Commissioni parlamentari che hanno espresso parere favorevole sul provvedimento.
In particolare vengono prorogati:
· il blocco dei trattamenti economici individuali;
· la riduzione delle indennità corrisposte ai responsabili degli uffici di diretta collaborazione dei Ministri e l’individuazione del limite massimo per i trattamenti economici complessivi spettanti ai titolari di incarichi dirigenziali;
· il limite massimo e la riduzione dell’ammontare delle risorse destinate al trattamento accessorio del personale;
· i blocchi riguardanti meccanismi di adeguamento retributivo, classi e scatti di stipendio, le progressioni di carriera comunque denominate del personale contrattualizzato e di quello in regime di diritto pubblico.
Anaao: pronti a nuovi scioperi. Si minano le fondamenta della sanità pubblica
Incurante della protesta della sanità e dello sciopero dei Medici e dirigenti sanitari del 22 luglio scorso, il Governo ha confermato il blocco delle retribuzioni per il 2014. Aggiungendo, non senza ipocrisia, che questo “consente di aprire da subito i tavoli per i rinnovi contrattuali” dimenticando che nemmeno ha individuato le aree di contrattazione. E’ il commento del Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise, all’approvazione del Dpr sul blocco della contrattazione per tutto il 2014 da parte del Consiglio dei ministri riunito oggi.
Cambiano i Governi, ma non le politiche. Anche il Governo del rinviare scopre una cronometrica puntualità nel mantenere penalizzazioni economiche e normative contro i pubblici dipendenti, di cui fanno parte i Dirigenti del SSN, malgrado la loro esplicita richiesta di un contratto senza ulteriori oneri per la finanza pubblica.
I dipendenti del Ssn hanno il contratto di lavoro bloccato dal 2009 e al risanamento del Paese stanno pagando un prezzo elevato in termini di riduzione dell’occupazione, peggioramento delle condizioni di lavoro, perdita del potere di acquisto delle retribuzioni. L’accanimento nei loro confronti conferma una ostilità ideologica, che credevamo finita, e la volontà di fare cassetta a spese di chi è impegnato a tutelare un bene come la salute dei cittadini.
L’attacco a ruolo e status dei Dirigenti del SSN mina alle fondamenta la sanità pubblica, che, definanziata ed impoverita dal punto di vista economico e professionale, appare destinata con sempre maggiore evidenza ad un ruolo povero per i poveri. Un effetto tsunami colpisce la sfera delle tutele, chiamando i cittadini a pagare tutto e a caro prezzo.
L’Anaao Assomed si farà promotrice di un autunno di ulteriori iniziative di protesta, non esclusi nuovi scioperi, in difesa della dignità e del valore delle professioni del SSN, della esigibilità reale del diritto alla salute dei cittadini, del diritto costituzionale alla contrattazione.
tratto da Quotidiano sanità – 8 agosto 2013