Tredici esemplari di tonno rosso, dal peso complessivo di circa 400 chilogrammi, privi della documentazione di tracciabilità e, alcuni di essi, anche inferiori alla taglia minima consentita. Li hanno scoperti mercoledì gli uomini dalla Capitaneria di porto nel corso dei consueti controlli allo sbarco del pesce al mercato ittico all’ingrosso.
La partita di tonni proveniva dalla Sicilia, nelle cui acque si effettuano gran parte delle catture di questa specie, ed era pronta per essere messa in vendita nel circuito commerciale cittadino. Tutto il prodotto è stato sequestrato. Gli esemplari sotto la taglia minima (circa 40 kg il loro peso totale) è stato donato in beneficenza, mentre il restante è stato confiscato e venduto all’asta, con conseguente deposito dei proventi nelle casse della Tesoreria Provinciale dello Stato. A carico del commerciante è stata elevata una sanzione amministrativa di 1.500 euro per vendita di prodotto ittico privo di documentazione di cattura ed è stata fatta denuncia alla competente Procura della Repubblica per detenzione e commercializzazione di prodotti sottomisura. La normativa prevede, infatti, che nessuna specie ittica possa essere commercializzata quando gli esemplari catturarti siano al di sotto di una certa misura che segna il passaggio dalla fase giovanile a quella adulta. Per il tonno rosso è stata stabilita una lunghezza non inferiore ai 115 centimetri al momento della cattura e della conseguente commercializzazione. Inoltre, per la sua natura di specie protetta e soggetta a quote di cattura annuale da parte della Comunità Europea, tutti i passaggi commerciali degli esemplari di tonno rosso devono essere accompagnati dal Certificato di cattura Bcd (Blufin tuna catch document, in inglese) mediante il quale vengono tracciate le diverse fasi della filiera, dalla pesca, al trasporto, agli allevamenti e alla commercializzazione, su tutto il mercato mondiale. Il certificato permette anche di “contare” il numero di esemplari catturati in una certa stagione e di interrompere la pesca nel momento in cui viene raggiunta la quota stabilita per quell’anno. Dunque la mancanza del Bcd è un’infrazione grave che mette a rischio la sopravvivenza della specie come il prelievo di esemplari giovanili che compromette la riproduzione degli stock ittici.
Diego Degan – La Nuova Venezia – 17 gennaio 2014