Pelli di coccodrillo e di varano che, secondo le guardie forestali, potrebbero essere arrivate da contrabbandieri. Il blitz degli operatori del comando regionale è arrivato per la prima volta in Riviera del Brenta, per passare al setaccio i materiali utilizzati dalle aziende calzaturiere della zona. I controlli hanno riguardato nove aziende che commerciano pellame e che riforniscono appunto i calzaturifici rivieraschi.
In due di questi sono state trovate pelli che non rispettavano i criteri della convenzione di Washington sol commercio internazionale delle specie di fauna a rischio estinzione. Nessuna etichetta, nessuna indicazione, nessun attestato e documentazione che potessero tracciare la provenienza di quelle pelli. E così, le guardie forestali hanno sequestrato in una delle di queste due aziende oltre 80 chili di pelli di lucertola, varano e coccodrillo. Nell’altra, invece, sono state sequestrate 64 pelli di pitone e una intera di coccodrillo. Il valore totale della merce, se venduta all’ingrosso, è di circa 40 mila euro. I due titolari delle aziende sono stati denunciati per commercio abusivo internazionale, previsto dalla legge 150 del 1992. La violazione alla convenzione Cites di Washington, in pratica, non permette di capire se quelle pelli fossero state registrate nel paese di origine. «In questo momento non possiamo stabilirne la provenienza – spiega Elisabetta Tropea, responsabile del servizio Cites forestale veneto – ma stimiamo che gli animali in questione appartengano a quelli degli allegati A e B della Convenzioni, per cui si applicano i massimi livelli di protezione. La Convezione nasce proprio per per non mettere a rischio l’estinzione della specie».
D.Tam. – Il Corriere del Veneto – 7 luglio 2015