E soprattutto, in che caso vengono revocate? Si diventa Cavaliere al merito della Repubblica e Cavaliere del Lavoro quando si rappresenta la parte sana, produttiva e eticamente più alta del Paese. L’insignito è sottoposto a una seria istruttoria che ne verifica la condotta specchiata. Il candidato deve essere un cittadino modello, a posto con la giustizia, e aver assolto i suoi obblighi con le tasse.
Ma questo non basta, deve avere anche il cosiddetto “quid pluris”, quel qualcosa in più, cioè, che lo rende meritevole rispetto agli altri. La sua investitura non deve creare dissenso nei territori in cui opera e oltretutto dopo aver ottenuto l’onorificenza l’insignito è vincolato a mantenere alto l’impegno etico e sociale.
E se poi chi ha ricevuto il prestigioso riconoscimento si dovesse dimostrare poco degno perché ha commesso reati o tenuto comportamenti immorali, cosa accade? Chi e come, può revocargli il titolo?
Sono circa 290 mila coloro che dall’unità d’Italia a oggi hanno ottenuto un riconoscimento. In mezzo a tanti nomi illustri come Cavour e Gianni Agnelli, ce ne sono anche molti sconosciuti.
Report ha fatto la radiografia a quelli insigniti negli ultimi 10 anni ed è stato nei territori dove hanno operato per verificare i loro requisiti. Tra tanti cavalieri, ha incontrato Alessandro Profumo, Sergio Marchionne, Gian Mario Rossignolo, Paolo Scaroni, Fulvio Conti, Maria Luisa Cosso. Federica Sciarelli, Michele Mirabella, Carlo Verdone.
Corriere.it – 22 aprile 2013