La somma complessiva è di 15 mila euro: il primo cittadino dovrà versarne 3mila 700. Stipendi troppo alti: amministratori comunali chiamati a restituire.
Con determina dirigenziale sono state ridefinite le indennità di funzione spettanti agli amministratori in carica tra maggio 2007 a febbraio 2012, per adeguarli a quanto stabilito a gennaio dalla Corte dei Conti. Nessuna conseguenza, invece, per chi volontariamente aveva già deciso di ridursi del 10 per cento le indennità, mentre si dovrà procedere al recupero della differenza tra la somma percepita e la somma effettivamente spettante nei confronti degli amministratori che avevano optato per un rinuncia dell’indennità inferiore al 10 per cento e di procedere al recupero integrale delle maggiori somme erogate a chi non aveva rinunciato a nulla. Nell’elenco di chi deve delle somme al Comune, complessivamente 2mila 700 euro, sono finiti anche i due commissari straordinari alla guida del Comune nel 2007-2008 e nel 2009. Per gli amministratori in carica le maggiori somme erogate (il sindaco Marco Geromin, ad esempio, dovrà restituire 3mila 700 euro, mentre il vicesindaco Cinzia Fiorin 3mila 400) saranno trattenute, in quattro rate, sulle indennità spettanti. «La determina dirigenziale – ha commentato Enrica Pontello di Progetto Concordia, che su questo tema ha già presentato due interpellanze – ha fatto passare la rinuncia volontaria delle indennità fatta dagli amministratori nel 2008 all’applicazione della legge sulla riduzione obbligatoria del10 per cento. Principio che non può essere condiviso. Riteniamo sia poi strumentale e fuorviante inserire nell’elenco anche i commissari straordinari. Per quello che hanno dato a Concordia gli amministratori non dovrebbero percepire alcuna indennità». «Chiariamo subito che non c’è stata alcuna appropriazione indebita. Il Comune – replica il sindaco Geromin, ricordando che dal mese di marzo le indennità di funzione di sindaco, vicesindaco e assessori sono state ricalcolate applicando la riduzione del10 per cento – si sta semplicemente adeguando al pronunciamento della Corte dei Conti di gennaio che ha fatto chiarezza su questo tema».
Gazzettino – 9 ottobre 2012