Giro di vite per i convenzionati, che dopo aver subìto una decurtazione di 30 milioni di euro (girati alle visite di notte) su un budget totale sceso a 160 milioni, ora si dovranno adeguare ai nuovi paletti per l’accreditamento introdotti dalla nuova legge a tema presentata da Leonardo Padrin (FI) e approvata ieri in consiglio regionale con 51 voti favorevoli e i due contrari di Raffaele Grazia (Futuro popolare) e Pietrangelo Pettenò (Fds).
Un provvedimento con cui la Regione vuole regolare l’accreditamento di nuovi privati dal 2002 rimasti fuori da un settore fatto di 200 ambulatori che erogano oltre 20 milioni di visite specialistiche l’anno, integrando il servizio sanitario pubblico. I parametri per entrare a farne parte sono accessibilità, qualità degli standard, appropriatezza delle prestazioni e saranno definiti dalla giunta. Entro il 30 aprile di ogni anno i soggetti interessati devono presentare domanda ed entro il 30 novembre Palazzo Balbi deciderà. Saranno i direttori generali delle Usl a siglare i contratti di acquisto delle prestazioni, per un massimo di tre anni, in base al fabbisogno territoriale e al budget assegnato. Le procedure sono estese alle strutture sociosanitarie (Ceod, comunità, residenze assistite, case di riposo) per minori, anziani, disabili, categorie protette. Per Padrin si tratta di «una legge attesa e necessaria ad abbattere le liste d’attesa e a garantire omogeneità di cure in tutto il Veneto». Per Claudio Sinigaglia (Pd) «è una norma che definisce certezze sull’accreditamento e prevede contratti anche per i servizi diurni e residenziali per disabili».
Il Corriere del Veneto – 29 gennaio 2014
Ambulatori privati Padrin vince la sfida della liberalizzazione
Approvata la legge che riforma gli accreditamenti Sinigaglia (Pd): si garantisce la massima trasparenza
VENEZIA Liberalizzare l’accreditamento delle strutture private sanitarie, garantire massima trasparenza e tempi certi nelle risposte della burocrazia, il grande handicap che manda fuori mercato gli imprenditori perché le pratiche restano mesi e mesi sul tavolo senza mai fare un passo in avanti. Leonardo Padrin, presidente della commissione Sanità e capogruppo di Forza Italia, ha vinto la sua battaglia ieri pomeriggio alle 16,50 quando il consiglio regionale ha approvato la legge 339 che liberalizza il settore che oggi cammina su due gambe: le strutture pubbliche e quelle private accreditate e convenzionate con la Regione. Valga per tutti l’esempio di Euganea Medica, un colosso che fattura 25 milioni di euro, più di un ospedale: ma come si fa a entrare nella lista che oggi annovera 200 strutture? Se lo chiedono i manager di Rovigo Medica, che hanno presentato ricorso al Tar proprio perché si sono trovati le porte sbarrate. «Finalmente si gira pagina», dice Leonardo Padrin. « Entro il 30 novembre c’è l’obbligo di dare una risposta a chi farà richiesta di accreditamento con il convenzionato prepagato. Questa legge garantisce maggiore legalità e trasparenza in ambito sanitario e nella pubblica amministrazione, con maggiori garanzie di rispetto dei tempi per le liste d’attesa. Trasparenza», ha aggiunto Padrin, «significa che chi si rivolge alla pubblica amministrazione chiedendo di essere accreditato come soggetto privato erogatore di servizi sanitari e sociosanitari avrà trasparenza e tempi certi nella risposta da parte dei tre organi preposti: i direttori generali, la giunta regionale e la commissione che entro il 30 novenbre dovranno dire sì o no con tanto di motivazione. Tutto ciò garantisce la massima imparzialità», ribadiscono i consiglieri regionali di Forza Italia che ieri hanno trovato il consenso di tutti i gruppi di Palazzo Ferro Fini. Il via libera è arrivato all’unanimità, le uniche perplessità le aveva manifestate il Ncd che con Zorzato e l’assessore alla Sanità Coletto (Lega) aveva cercato di difendere lo status quo per evitare un eccesso di offerta sanitaria. Invece, il principio della massima concorrenza è passato perché garantisce non solo risparmi di gestione ma soprattutto innovazione e maggiore qualità delle prestazioniie. Anche il correlatore in aula del provvedimento, Claudio Sinigaglia (Pd) ha dato un giudizio positivo. «Si tratta di una legge che definisce certezze sull’accreditamento e soprattutto prevede accordi contrattuali sia per quanto prevede le prestazioni di specialistica ambulatoriale, sia per i servizi diurni e residenziali per disabili. La legge arriva dopo la proposta del Pd che per anni ha richiesto certezze sull’erogazione dei servizi ai cittadini, soprattutto per quelli più fragili e certezze per chi eroga questi servizi», conclude Sinigaglia.
Albino Salmaso – Il Mattino di Padova – 29 gennaio 2014