Ieri votazioni secondarie: si va a metà giugno? La finanziaria della Regione deve attendere ancora. Tutto rinviato,e sui perché c’è nebbia tra Pdl e Lega
Salta in Consiglio regionale la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di “Veneto sviluppo”, la potente finanziaria della Regione. E anche se i protagonisti, Pdl e Lega, pare si siano assicurati ufficialmente l’un l’altro che la questione sarà chiusa il 12 giugno – in caso contrario c’è anche il rischio di un commissariamento da parte della Banca d’Italia, fa notare l’assessore al bilancio Roberto Ciambetti (Lega) – non è detto che la questione diventi invece un tormentone. Se non altro perché a microfoni spenti le spiegazioni su cosa sta accadendo sono molto diverse a seconda dell’interlocutore. QUI PDL. Ufficialmente ieri pomeriggio, quando si è arrivati al dunque dopo una raffica di nomine di ordinaria amministrazione proposte al Consiglio da Costantino Toniolo (Pdl) presidente della commissione “Affari istituzionali”, a chiedere il rinvio è stato il vicecapogruppo Pdl, Piergiorgio Cortelazzo, con una motivazione tutta di facciata: stabilire se si può ridurre il numero di consiglieri da votare da 7 a 5 oppure 3. Da notare che in “Veneto sviluppo” siedono anche le maggiori banche venete, che hanno già individuato non senza tensioni i loro sei consiglieri, per cui va da sè che la Regione se vuole governare la società e se non vuole ricreare un caso con i soci privati deve votare sette nomi. Perché allora il rinvio? In casa Pdl c’è chi assicura che non è affatto questione di nomi, ma molto di più. Il capogruppo Dario Bond infatti dichiara senza mezzi termini che la questione è «se questa finanziaria “Veneto sviluppo” è ancora valida così com’è, o se vista la crisi economica attuale non si debbano dare segnali diversi, fissando con il Consiglio regionale obiettivi e ruoli diversi per dare una risposta alla fame di lavoro e alle esigenze di credito delle imprese. Di certo il problema non è occupare poltrone sic et simpliciter, e su questo sono d’accordo anche i capigruppo della Lega e del Pd». Sempre in casa Pdl, peraltro, c’è chi fa notare che c’è un nervosismo crescente tra le fila della Lega, che sta vivendo le ore incandescenti della battaglia per il nuovo segretario regionale, elezione che poi porterà anche a equilibri diversi nel Carroccio veneto.
QUI LEGA. Toni del tutto diversi in casa Lega, dove ad esempio il capogruppo Federico Caner nega con convinzione di aver detto a qualche alleato “per le nomine è meglio aspettare il dopo-congresso veneto”: «Macché. La verità è che i nostri nomi, quelli di competenza della Lega, ci sono da un pezzo e noi siamo pronti a votare il nuovo cda. Casomai sono i nostri alleati a non averli pronti». Caner non aggiunge altro, ma secondo altre fonti leghiste la situazione sarebbe questa: la Lega ha già due candidati, un veronese (il presidente uscente Marco Vanoni, che è un “tosiano”) e un padovano, più il candidato presidente che spetta al governatore Luca Zaia e che sarà facilmente un trevigiano. Anche il Pd avrebbe pronto il nome di sua competenza (secondo il sito “ilnordest.eu” si tratta del consulente d’impresa vicentino Giovanni Cattelan). Mancano invece i tre nomi di competenza del Pdl ma il coordinatore vicario regionale del Pdl Marino Zorzato, vicepresidente della Regione, avrebbe appunto assicurato ieri gli alleati leghisti che il 12 giugno in Consiglio regionale i nomi ci saranno tutti, pronti per essere votati prima della maxi-votazione sul nuovo Piano socio-sanitario della Regione. Al Pdl peraltro viene a mancare un altro punto di riferimento forte: il direttore di “Veneto sviluppo” Paolo Giopp, che va a dirigere Confindustria Padova ed era un manager molto stimato in casa piediellina.
INCERTEZZA. Tutto risolto tra due settimane? Forse sì. Ma attenzione: c’è chi ieri, nei corridoi di palazzo Ferro Fini, assicurava per arrivare alle nuove nomine a Veneto Sviluppo «ci vorranno tre mesi».
Il Giornale di Vicenza – 30 maggio 2012