Undici miliardi all’anno di contributi evasi, il 6-7% del totale versato all’Inps dai datori di lavoro. «Dati allarmanti», li definisce il presidente Inps Tito Boeri, presentando la nuova “Banca dati appalti”, una piattaforma che l’istituto di previdenza mette a disposizione di committenti e aziende per monitorare l’andamento degli appalti. «Mancano i contributi su un monte salari di circa 28-30 miliardi », spiega Boeri. «E il dato è sottostimato perché si riferisce al solo lavoro dipendente e completamente in nero». Resta fuori insomma il lavoro “grigio”, quello delle persone assunte part time, ma di fatto impiegate a tempo pieno. «L’evasione contributiva è solo marginalmente intaccata. E le irregolarità sono diffuse anche fra le aziende che operano con appalti pubblici, non certo più virtuose delle altre». Nella Relazione sull’evasione presentata con la Nota di aggiornamento al Def si legge che l’evasione contributiva oscilla già dal 2011 tra 8 miliardi di stima minima ad un massimo appunto di 11 miliardi. Oltre 7,6 miliardi su 11 sono evasi nel settore dei servizi, due terzi abbondanti del totale. Divisi così: 3 miliardi tra commercio, trasporti, alberghi e pubblici esercizi, sopra i 3,3 miliardi negli “altri servizi” e cioè per lo più nel lavoro domestico e di cura, poco oltre 1 miliardo nei servizi alle imprese. Nel 2016, si legge ancora nella Relazione, sono state ispezionate 191.614 aziende e il 63% risultava irregolare. Ovvero in 121 mila imprese gli ispettori di Inps, Inail e ministero del Lavoro (le ispezioni dal primo gennaio scorso spettano a un organismo unificato che si chiama Inl, Ispettorato nazionale del lavoro) hanno trovato 186 mila lavoratori irregolari e 62 mila totalmente in nero. Riuscendo a recuperare solo 1,1 miliardi (di cui 918 milioni in capo all’Inps). Gli 88 mila lavoratori impiegati con scarso rispetto delle regole e individuati dal ministero del Lavoro, ad esempio, erano collocati per lo più nelle attività manifatturiere (12 mila), nelle costruzioni (14 mila), nel settore di alloggio e ristorazione (16 mila).
Il Sole 24 Ore – 11 settembre 2017