La Bce è determinata a intervenire per contenere premi di rischio-Paese eccessivi sui mercati dei titoli di Stato dei Governi dell’Eurozona e dovrebbe essere pronta ad agire molto velocemente.
Lo ha detto Christian Noyer, Governatore della Banca di Francia e consigliere della Bce, in un’intervista al settimanale francese “Le Point”. « Non abbiate alcun dubbio – ha detto – sulla determinazione del Consiglio direttivo e sulla sua capacità di agire entro i termini del mandato». «Le nostre operazioni – ha aggiunto – saranno di un volume tale da avere un forte impatto sui mercati e dovremmo essere pronti a intervenire molto velocemente, dando la priorità alle scadenze più a breve termine». Il Bollettino della Bce La crisi del debito sovrano scoppiata nel maggio 2010 «riguardava inizialmente gli andamenti avversi delle finanze pubbliche greche, ma si é poi estesa a Irlanda e Portogallo; in seguito, anche la Spagna e l’Italia sono state oggetto di un più attento scrutinio da parte dei mercati». Il rischio contagio per Italia e Spagna Lo scrive la Bce nel Bollettino mensile di agosto in uno studio dedicato alla differenziazione in corso tra i vari Paesi dell’Eurozona. «La mancanza di fiducia riguardo alla determinazione dei Governi nell’affrontare la crisi, insieme all’assenza di un meccanismo di risoluzione efficace, si é poi trasmessa ad altri Paesi, in un fenomeno conosciuto come “contagio”», sottolinea la Bce. Insolvenze in aumento per le imprese italiane Al complessivo aumento dell’incertezza dovuto alla crisi nell’Eurozona, «ha fatto riscontro un netto deterioramento della valutazione del rischio di credito delle imprese da parte degli operatori» del settore bancario «misurato ad esempio dai tassi attesi di insolvenza, che sono cresciuti sostanzialmente nel periodo». La Bce aggiunge: «Tra i Paesi più grandi dell’area dell’euro – si legge ancora – l’incremento delle attese di insolvenze é stato particolarmente pronunciato per le imprese italiane e piuttosto moderato per quelle olandesi e tedesche». I Governi siano pronti ad attivare i fondi salva stati I Governi dell’Eurozona «devono essere pronti ad attivare i fondi salva stato (Efsf/Mes) nel mercato obbligazionario in caso di circostanze eccezionali nei mercati finanziari e di rischi per la stabilità finanziaria, nel rispetto di condizioni rigorose ed efficaci in conformità con le linee guida stabilite». Lo scrive la Bce, spiegando che l’osservanza degli impegni assunti dai Governi e l’assolvimento del ruolo dei fondi salva-Stati rappresentano condizioni necessarie. La Bce, dal canto suo, «nell’ambito del proprio mandato di mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine e nel rispetto della propria indipendenza nel determinare la politica monetaria, può condurre operazioni di mercato aperto definitive di entità adeguata a conseguire il proprio obiettivo» e prenderà in considerazioni eventuali altre misure non convenzionali se necessario per ripristinare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Nelle prossime settimane l’Eurosistema «definirà le modalità adeguate per queste misure». Disoccupazione: stime riviste al rialzo Le attese per il tasso di disoccupazione si collocano all’11,2% per il 2012, all’11,4% per il 2013 e al 10,8% per il 2014, dopo una revisione al rialzo di 0,2 punti percentuali per il 2012 e di 0,5 punti percentuali per il 2013. Sono le stime del Survey of Professional Forecast della Bce. Lo stop alle vendite allo scoperto non basta «Nemmeno il divieto di effettuare vendite allo scoperto, imposto in Spagna e Italia, pare aver tranquillizzato i mercati azionari». La Bce nota come siano state «soprattutto le banche in Italia, Spagna e Francia a trainare la domanda di rifinanziamento della Bce» nel 2011, con le italiane che hanno superato i 200miliardi a fine anno. L’economia dell’area euro resta debole L’economia dell’area dell’euro «resta debole, in un contesto di persistenti tensioni nei mercati finanziari e maggiore incertezza che gravano sul clima di fiducia». L’ulteriore intensificarsi delle tensioni sui mercati finanziari «potrebbe accentuare i rischi al ribasso sia per la crescita, che per l’inflazione». Sui prezzi, la Bce ribadisce che le aspettative d’inflazione per l’economia dell’area restano sempre stabili in linea con l’obiettivo del Consiglio direttivo di mantenere i tassi di inflazione su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio periodo. Come già previsto in luglio, la stima é di un calo dell’inflazione nel corso del 2012 e di una discesa sotto il 2% nel 2013. Risparmi delle famiglie ai minimi storici Il tasso di risparmio delle famiglie «si è stabilizzato su livelli prossimi ai minimi storici». La crescita annuale del reddito disponibile in termini nominali nell’area dell’euro «è diminuita ulteriormente nel primo trimestre, all’1,7%, dopo il calo considerevole di 1 punto percentuale, all’1,8%, nel trimestre precedente». Ripresa graduale Nell’area dell’euro si dovrebbe registrare «’una ripresa solo molto graduale», il cui vigore dovrebbe però essere ulteriormente smorzato da una serie di fattori quali il rallentamento in atto a livello mondiale, le tensioni in alcuni mercati del debito sovrano dell’area e del loro impatto sulle condizioni di finanziamento, nonchè il processo di aggiustamento dei bilanci nei settori finanziario e non finanziario e l’elevata disoccupazione. «L’euro è irreversibile» Ma l’euro resta un progetto irreversibile. A ribadirlo è la Bce. «I premi per il rischio connessi ai timori sulla reversibilità dell’euro – sottolinea – sono inaccettabili e vanno affrontati in modo sostanziale».
Il Sole 24 Ore – 10 agosto 2012