Crisi. L’industria crolla a giugno, Italia maglia nera Europa
Confindustria.«Siamo preoccupati, serve una svolta. La cassa integrazione non basta» In un anno la produzione è scesa dell’8,2%. La Ue minimizza Passera: «Per la crescita pronto a settembre più di un decreto»
ROMA Tracollo della produzione industriale italiana: in 12 mesi ha registrato un calo dell’8,2%, il dato peggiore dell’intera Unione Europea. È la fotografia scattata da Eurostat, nel giorno in cui ha certificato anche la contrazione del Pil europeo nel secondo trimestre (-0,2% tanto nell’Eurozona quanto nella Ue a 27), dopo un primo quarto dell’anno a crescita zero. A giugno, rispetto al mese precedente, la produzione industriale è calata dell’1,4%. E nello stesso periodo hanno frenato anche Francia (-0,1%), Germania (-0,8%), Olanda (-0,5%), Polonia (-2,0%) e Regno Unito. Ma è il dato sui 12 mesi ad essere particolarmente pesante, perchè nell’Eurozona, rispetto a giugno 2011, la produzione industriale è calata del 2,1%, col crollo italiano di proporzioni quasi doppie a quello dell’industria britannica, con la locomotiva tedesca anche lei in rallentamento (-0,4%) e con la Francia in frenata (-2,6%). Cerca di tranquillizzare il portavoce del vicepresidente della Commissione europea Olli Rehn: « I dati di Eurostat, tanto su Pil quanto sulla produzione industriale, non sono una sorpresa».
I TIMORI DI CONFINDUSTRIA. Ma Confindustria si dice preoccupatissima e lancia l’allarme su una prospettiva di un autunno caldo per l’industria e l’occupazione. A parlarne, rispondendo all’allarme lanciato nei giorni scorsi dal ministro del Lavoro Elsa Fornero, è stato il vicepresidente di Confindustria per il Mezzogiorno, Alessandro Laterza: «L’Italia non si può permettere il lusso di perdere altri pezzi, nè può continuare a vivere di cassa integrazione. Se non si fa qualcosa per l’industria e il tessuto produttivo, i conti pubblici non torneranno mai». Prospettive cupe quindi anche per l’occupazione. Spiega Laterza: «Siamo preoccupatissimi perchè l’emorragia occupazionale è stata molto forte negli ultimi tempi, ma finora contenuta dagli ammortizzatori sociali. Moltissime aziende ora usano la cassa integrazione, ma un conto è se si tratta di uno strumento temporaneo per far fronte alla crisi, diversa è la situazione se la cassa diventa l’anticamera di situazioni più drammatiche».
IL PIANO DI PASSERA.Per fronteggiare la crisi dopo la pausa estiva il governo potrebbe mettere a punto una serie di interventi in materia di sviluppo. E ieri il ministro Passera commentando le voci sull’arrivo a settembre di un pacchetto di misure da inserire in un provvedimento «bis» non ha escluso nessuna ipotesi. E ha spiegato: «Magari ci potrà essere anche più di un decreto, sarà scelta la formula migliore per rendere più efficace possibile l’azione di rilancio del Paese». Il piano del ministro sta prendendo forma e si articolerà in una serie di interventi puntati soprattutto a far ripartire e a incentivare l’iniziativa delle imprese. Oltre a strumenti classici potrebbero arrivare anche norme anti-burocrazia, lo snellimento delle procedure, l’informatizzazione del sistema e interventi a favore della nascita di nuove imprese, le cosiddette «start up». Obiettivo finale creare condizione di crescita del sistema.
Il Giornale di Vicenza – 16 agosto 2012