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Cumulo professionisti al palo. Manca l’accordo Inps-Casse su ripartizione dei costi. Adepp: si paghino subito assegni a chi ha fatto domanda

Il cumulo dei contributi per i professionisti iscritti alle relative Casse di previdenza è ancora al palo. La convenzione quadro, annunciata con conferenza stampa il 20 febbraio, non è stata firmata dalle Casse e dall’Inps, perché non c’è accordo sulla ripartizione dei costi legati alla nuova procedura.

Ieri l’Adepp (l’associazione che riunisce gli enti di previdenza dei professionisti) è partita all’attacco con un comunicato in cui si afferma che tutto è pronto ma «si attende ancora che l’Inps firmi la convenzione che renda effettivo questo diritto gratuito. Manca anche la procedura informatica necessaria per completare le pratiche».

Oggi è tornata a farsi sentire. “Chiediamo che le pensioni di chi ha fatto domanda di cumulo vengano pagate al più presto, dato che l’importo dell’assegno non è in discussione – afferma il presidente dell’Adepp Alberto Oliveti –. La piattaforma informatica Inps è pronta, usiamola. L’eventuale richiesta di pagamento di costi gestionali, qualora persistesse, è comunque una questione che Inps e le Casse potranno definire successivamente tra di loro, con l’intervento del ministero vigilante o per via giudiziaria. Questo tuttavia non può rallentare il percorso di liquidazione delle pensioni in cumulo. Noi intendiamo rispettare la legge per non danneggiare gli iscritti. Ma gli aventi diritto non possono attendere oltre visto che aspettano la loro pensione già da 15 mesi”, precisa il presidente dell’Associazione degli enti di previdenza privati.

Il 20 febbraio, in occasione della conferenza stampa, la convenzione era sembrata un traguardo raggiunto, a oltre un anno di distanza dall’entrata in vigore della norma che ha esteso la possibilità di cumulo dei contributi anche ai professionisti. L’ulteriore passaggio era costituito dalla sottoscrizione dell’intesa da parte delle singole Casse e dall’Inps. Dal punto di vista tecnico, invece, l’istituto di previdenza avrebbe dovuto mettere a disposizione una piattaforma informatica necessaria per gestire il cumulo dal punto di vista amministrativo.

Tempo stimato per concludere il percorso, un paio di settimane.

Già allora, però, erano emersi dei contrasti sui costi amministrativi legati all’operazione. E ieri l’Adepp ha affermato che le Casse si sono offerte di accollarsi una parte delle commissioni bancarie, in linea con quanto già accade per le pensioni in totalizzazione. Semaforo rosso, invece, a ulteriori costi. «Non è accettabile che alle Casse possa essere richiesto di versare un corrispettivo all’Inps per un’attività che deve svolgere per legge. L’istituto pubblico, oltretutto, a differenza delle Casse private, riceve un finanziamento specifico a copertura degli oneri derivanti dal cumulo, che si aggiunge al finanziamento annuale a carico della fiscalità collettiva – ha precisato il presidente Adepp, Alberto Oliveti –. I diritti vanno garantiti con le risorse già a disposizione».

L’oggetto del contendere sono 65 euro per ogni pensione liquidata in cumulo che l’Inps ha previsto a copertura dei costi amministrativi. Dall’istituto di previdenza si precisa che tale importo va suddiviso tra gli enti coinvolti, quindi per esempio se il professionista cumula i contributi versati a una cassa e all’Inps, ogni ente paga la metà. Se i soggetti coinvolti sono tre, ognuno paga un terzo, secondo il principio che ognuno fa la sua parte.

La piattaforma informatica, invece, è pronta, tanto che, comunica sempre l’Inps, è già stato fissato un incontro settimana prossima con le Casse per illustrarne il funzionamento.

Intanto i professionisti attendono. Quelli che, fiduciosi, nei mesi scorsi hanno già presentato domanda di cumulo all’Inps sono più di 5mila.

Comunicato Adepp e Il Sole 24 Ore – 16 marzo 2018

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