La diplomazia del business che anticipa quella della politica e che chiede, proprio alla politica, di tornare ad assumere la centralità del ruolo che le compete.
Parte da Verona, dal decimo Forum Economico Eurasiatico che si concluderà oggi in Gran Guardia, la richiesta agli stati europei e alla stessa Unione di tornare ad aprire un dialogo con la Russia e con il mondo eurasiatico.
Un dialogo che già le aziende italiane hanno saputo instaurare, ma che è complicato sviluppare in assenza di cambiamenti nelle relazioni internazionali e finché le sanzioni nei confronti della Russia saranno mantenute.
Una tesi condivisa da politici, statisti, capitani d’impresa che hanno parlato dal palco del Forum. «Dividere l’Europa dalla Russia – ha detto Romano Prodi, presidente della Fondazione per la Collaborazione tra i popoli – è da parte degli Stati Uniti un errore storicamente incomprensibile e oggi ci troviamo schiacciati da una politica che non abbiamo deciso. Quindi, sarebbe importante che da qui, da questa platea, partisse e fosse portata avanti una proposta in grado di avviare un dialogo ufficiale che coinvolga l’Unione Europea». E non si tratterebbe solo di dialogo diplomatico, ma di vere e proprie opportunità di business che l’Europa e l’Italia, altrimenti, rischiano di perdere. «L’Unione Eurasiatica – ha sottolineato Antonio Fallico, presidente dell’associazione Conoscere Eurasia e ideatore del Forum – ha già raggiunto un accordo sul progetto sostenuto dalla Cina nel mercato verso Est e su questo scenario si possono aprire altri orizzonti con Paesi, come Cina, India, Corea del Sud, Giappone, Africa del Nord, interessati a costruire zone di libero scambio. Sarebbe un vero peccato se l’Unione Europea si trovasse fuori da questo contesto».
Un tema su cui hanno concordato sia la sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi («Bisogna rilanciare il dialogo con la Russia dato che è cambiato lo scenario internazionale») che l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder («Dobbiamo assolutamente cercare di fare finire le sanzioni»).
I benefici per la nostra economia determinati da una situazione di stabilità, potrebbero essere ancora migliori di quelli attuali. Secondo i dati Istat, elaborati dall’Associazione Conoscere Eurasia, nel primo semestre di quest’anno l’interscambio scaligero con i 5 paesi dell’Unione economica eurasiatica, il mercato di libero scambio tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan, è cresciuto del 45% rispetto allo stesso periodo del 2016, raggiungendo i 246,4 milioni di euro e una quota di mercato che vale il 24% del totale regionale. Delle oltre mille imprese che hanno confermato la propria presenza al Forum, circa il 60% sono italiane e una cinquantina di esse sono veronesi. «Il rapporto delle nostre aziende, soprattutto con la Russia – ha spiegato Paolo Arena, presidente dell’aeroporto Catullo e di Confcommercio Verona – è molto stretto. Fino ad oggi, grazie ai voli diretti, abbiamo portato a Verona 120mila russi, attività di cui hanno goduto le nostre imprese, tenendo conto che la clientela russa ha capacità di spesa che è tripla rispetto a quella dei turisti tradizionali. Ma le sanzioni ci stanno danneggiando: non possiamo permetterci di perdere opportunità a causa delle tensioni internazionali».
Samuele Nottegar – Il Corriere di Verona – 20 ottobre 2017