Non piove da tempo, le temperature sono quasi estive e in molte città è suonato nuovamente l’allarme smog . Così, le amministrazioni sono tornate a limitare il traffico: da Torino a Napoli passando per Milano e Bologna. A superare i limiti di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10 per oltre 35 giorni, secondo un dossier di Legambiente, sono stati già 25 capoluoghi di provincia. Di questi 24 sono Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. La «maglia nera» spetta a Torino (66 giorni) poi Cremona (58), Padova (53), Frosinone (52) e Milano (50).
Il Comune di Torino ha consigliato persino di «limitare l’attività fisica all’aperto» e, in particolare, per bimbi e anziani «di stare in luoghi chiusi ed evitare di aprire porte e finestre» visto che il livello è schizzato a più del doppio (114 mcg/mc). Vige anche lo stop, dalle 8 alle 19, dei diesel fino a Euro4. «Siamo oramai all’assurdo — chiosa Carlo Rienzi, presidente Codacons — con i cittadini sequestrati in casa».
In Lombardia i divieti riguardano anche Milano dove la temperatura in casa non può superare i 19 gradi. Provvedimenti analoghi in alcune città dell’Emilia-Romagna fra cui Bologna. L’emergenza, tocca anche il Sud. I sindaci di Napoli e Avellino hanno emesso ordinanze per limitare la circolazione.
Le piogge sono l’unica concreta speranza per spazzare via l’inquinamento. Ma al Centro-Nord l’arrivo è previsto solo per domenica. «Il caldo sopra la media e stagnante insieme all’assenza di piogge — spiega Stefania Gilardoni, ricercatrice dell’istituto Isac del Cnr — ha favorito i picchi di smog che solitamente si registrano in inverno». Il traffico veicolare, però, non è il solo responsabile di questa situazione. «Contribuisce fino al 30 per cento del Pm10 — dice — ma più della metà è particolato secondario che si forma in atmosfera, combinandosi con inquinanti prodotti da varie sorgenti differenti. È utile intervenire contemporaneamente su più sorgenti emissive. Infatti, le alte concentrazioni di polveri si osservano anche nelle aree rurali dove l’inquinamento da traffico si mischia con altre come l’ammoniaca prodotta dall’agricoltura. Servono, poi, misure integrate e non limitate nel tempo e nello spazio».
Un’idea condivisa dal sindaco di Milano, Sala: «la situazione dello smog in città nel lungo termine è intollerabile, servono misure strutturali».
Lo dimostra anche uno studio della rivista scientifica The Lancet. L’inquinamento ha causato nel 2015 nove milioni di decessi (1 su 6) nel mondo.
«Ecco perché servono interventi strutturali — spiega Rossella Muroni, presidente di Legambiente —. Chiediamo al governo, ai governatori regionali e a molti sindaci di abbandonare atteggiamenti lassisti e di fare diventare il tema della qualità dell’aria davvero una priorità, altrimenti continueremo a condannare gli italiani a respirare aria inquinata».
Alessio Ribaudo – Il Corriere della Sera – 20 ottobre 2017