Ddl stabilità. Mille nuove sale poker da gennaio, è polemica
Sanità. Balduzzi contesta gli emendamenti sul gioco, i relatori escludono interventi del Parlamento-Confindustria: rispetto per gli operatori legali. Bocciata in commissione la proposta che rinviava di sei mesi il bando di gara per l’apertura dei locali prevista dalla manovra 2011
Niente stop di sei mesi con la legge di stabilità alle gare fin da gennaio per l’apertura di mille nuove sale per il poker live, come previsto dalla manovra di Tremonti del luglio 2011. Ma rinvio delle regole più ferree della pubblicità contro le scommesse. E invece subito via libera, quasi in controtendenza e per scopi tutti di cassa, all’aumento fmo al 5% delle imposte sui giochi. Sulla guerra (o meno) alla ludopatia, la malattia in espansione dei giocatori d’azzardo incalliti, è polemica. Con tanto di giallo nel giallo: apriranno o no, allora, in Italia altre mille sale scommesse di poker americanizzato nonostante la guerra santa dichiarata dal Governo col “decretone Balduzzi” contro l’azzardo? La fine del film girato ieri al Senato dirà poi che – bando o meno – gli scontri di poker dal vivo dei giocatori in sale dedicate forse (forse) non ci saranno. O almeno che il Governo ci sta riflettendo su. Ma intanto la polemica s’è riaperta. A innescarla, in tarda mattinata, è stato ieri per primo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, guardiano delle malattie dell’azzardo. Che non perde tempo, prima ancora che il testo del Ddl esca dalla commissione Bilancio, per prendere di mira le lobby e chi con «emendamenti notturni, emendamenti corsari», preferirebbe privilegiare le ragioni di cassa a quelle della salute: frenando la pubblicità contro l’azzardo e favorendo l’apertura di nuovi punti-scommessa. Alle accuse di Balduzzi replica il presidente di Confmdustria Sistema Gioco Italia, Massimo Passamonti: «Siamo stupiti e rammaricati», le lobby non c’entrano niente con operatori legali del settore. Ma passano le ore e la polemica sale di tono. Solo in serata i due relatori al Ddl di stabilità fanno chiarezza: «Nel Ddl non c’è nulla che riguardi le sale giochi». Poi interviene l’Agenzia delle dogane e dei monopoli: «La notizia è priva di fondamento», non nasceranno mille nuove sale da gioco. E così il giallo comincia (in parte) a chiarirsi. Un emendamento dei relatori, suggerito dal Governo, proponeva infatti di intervenire sia sulla manovra di Tremonti che sul decreto di Balduzzi di settembre proponendo il rinvio di sei mesi per un gruppo di norme: il bando per l’apertura delle sale di poker live, la tassa sulla fortuna del 6% sulle vincite oltre 500 euro alle slot di nuova generazione, le norme più severe sulla pubblicità dei giochi. Ma un intervento della Ragioneria ha frenato sia lo stop ai concorsi per il poker live, sia la tassa sulla fortuna. Questioni di copertura. Per la pubblicità, invece, tutto slitta di sei mesi, fino a giugno. Mentre aumenta il prelievo sui giochi. Un po’ di qua, un po’ di là, quasi schizofrenicamente. Con i Monopoli che intanto hanno fatto sapere che in ogni caso sul poker live deve ancora arrivare un regolamento ad hoc. E che poi è in corso un ripensamento su «questa tipologia di gioco che, per la prima volta, vedrebbe interagire fisicamente i giocatori, creando problematiche per i controlli sulla regolarità del gioco e per la prevenzione di eventuali fenomeni di riciclaggio». Chissà, forse l’addio alla legge Tremonti e a un passo in più di americanizzazione che tanto farebbe gola all’erario. Forse.
Il Sole 24 Ore – 20 dicembre 2012