Un nuovo modello di governance per il Ssn va bene, ma deve valere per tutti i livelli in cui questo è articolato e soprattutto per le professioni sanitarie.
La prevenzione si, ma deve tenere conto anche dei fattori di rischio legati all’inquinamento ambientale e ai pericoli delle radiazioni. Per il trasferimento di risorse dall’ospedale al territorio serve prima il potenziamento della medicina di base secondo il modello disegnato – ma non ancora attuato – della legge 189/2012 (legge Balduzzi).
Queste alcune delle osservazioni della commissione Affari sociali della Camera alla nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Def) 2013. A cui però la commissione lega il suo parere “favorevole”.
Attenzione alla selettività
Il punto cruciale del provvedimento – il più criticato – è quello sull’indicazione della “selettività” nel Ssn. E la commissione chiarisce che con questo concetto non si deve (e non si può) restringere il perimetro dei Lea, ma che semmai il “ripensamento” del sistema assistenziale deve basarsi su «prestazioni appropriate» specificando che il Ssn deve garantire, scrive la commissione nel parere «prestazioni non incondizionate, rivolte principalmente a chi ne ha effettivamente bisogno».
I nuovi Lea
Infine i nuovi Lea. Non basta secondo la commissione tenere conto delle opzioni terapeutiche e assistenziali maggiormente costo-efficaci, ma si deve assicurare «comunque e in ogni caso, anche per quelle “preferite dai pazienti”, la scientificità dell’approccio teso a valutare l’efficacia delle prestazioni che il Ssn si impegna a garantire all’universalità degli utenti». Nessuna approssimazione quindi, niente evidence, ma alla base di tutto le prove scientifiche di efficacia.
I dubbi del Senato
Anche dalla commissione Igiene e sanità del Senato intanto sta per arrivare il parere, che la commissione ha dato mandato ieri al relatore (Piero Aiello, Pdl) di redigere come “favorevole”, ma anche in questo caso condizionato ale osservazioni emerse dal dibattito.
Che partono sempre dal concetto di governance tutto da chiarire per arrivare, secondo molti senatori, alla necessità di un maggior controllo sulla frammentazione attuale (regionale) del sistema. Tutti d’accordo però sul fatto che vada ridisegnata perché così com’è non garantisce l’universalità del sistema e in questo senso l’altolà è sulla “selettività” che non deve ridurre la platea dei beneficiari.
E tra le indicazioni al relatore per scrivere i !”paletti” del parere “favorevole” c’è la necessità di stigmatizzare l’accantonamento della cultura dell’assistenza, come conseguenza delle restrizioni prodotte dalla crisi economica e finanziaria. E nel parere secondo molti senaotri, si dovrebbe far riferimento anche a una maggiore attenzione sul settore della ricerca sanitaria.
Il Sole 24 Ore sanità – 9 ottobre 2013