“Per carità non chiamatele pagelle”. La richiesta è quasi unanime, ma la forma poco cambia la sostanza. Il nuovo Piano socio sanitario prevederà infatti (se le cose non dovessero cambiare) che l’operato dei direttori generali delle Asl venga giudicato da tre diversi organismi (che appunto dovranno dare una sorta di giudizio): rispetto ai vincoli di Bilancio il giudizio spetterà alla Giunta regionale, per quanto riguarda la programmazione regionale, invece sarà la Quinta commissione a formulare un parere. Ultima la Conferenza dei sindaci che avrà il ruolo di testimoniare se il direttore generale nel corso del suo mandato ha rispettato la qualità e l’efficacia dell’organizzazione dei servizi socio-sanitari sul territorio.
Insomma, nulla scapperà dalle maglie di un giudizio che diventa sempre più stretto e severo. La Quinta Commissione regionale ha già discusso questa parte del Piano e si è trovata una sostanziale convergenza, pur con qualche distinguo, nel considerare questa innovazione quanto meno indispensabile. «Si è deciso che gli ambiti di valutazione saranno tre, tenuto conto che si tratta di servizi pubblici con un alto valore etico. – sottolinea Leonardo Padrin, presidente della V. Commissione sanità della Regione Veneto – Con questa griglia di valutazione innovativa, si è voluto valorizzare il territorio, dando ai sindaci l’opportunità di valutare l’aspetto dei servizi erogati. Alla Giunta spetta il compito invece di decidere se la sanità che è stata offerta sia stata anche economica, o se ci sono stati sperperi.
La figura del direttore generale viene in questo modo valorizzata perchè di fatto diventa il responsabile sanitario del territorio a tutti gli effetti, avrà il compito di far si che venga erogata una buona sanità, con alti standard tenendo nel contempo conto di quelli che sono i costi di gestione del sistema».
Alla V. Commissione spetta invece il “terzo giudizio”, quello relativo alla programmazione, che non è giudizio di poco conto.
Un percorso che ha ancora un ambito buio che dovrà essere chiarito dalle norme attuative del Piano, che verranno varate subito dopo l’ufficialità del documento. Dinnanzi ad un giudizio altamente negativo su tutti i parametri, visto che la valutazione del manager sarà annuale, ci sarà subito la rimozione, oppure tutto dovrà concludersi a fine mandato e incidere semmai su una possibile futura rinomina? E c’è una bella differenza, ma su questo tema il dibattito è ancora tutto aperto.
Daniela Boresi – Il Gazzettino – 13 marzo 2012