Magari avrà pure ragione l’assessore al Sociale Remo Sernagiotto, quando dice che quelle sigle non si sa esattamente quante siano, chi le abbia autenticate, «e comunque se confrontate con 5 milioni di veneti sono un nonnulla». E però è comunque difficile liquidare con un’alzata di spalle 13 mila firme, specie se messe in calce ad una richiesta di dimissioni recapitata direttamente sulla scrivania del governatore Luca Zaia (che, richiesto di un commento al riguardo, preferisce non sbilanciarsi).
Le hanno raccolte Fish, Anffas e Uildm, tre associazioni che da tempo incrociano le lame con Sernagiotto, accusandolo di tagliare tutto il tagliabile e di spendere poco e male i soldi dedicati alle persone più deboli e in difficoltà. «Migliaia di disabili e le loro famiglie non vedono più garantiti i livelli essenziali di assistenza a causa dei tagli ai servizi domiciliari, ai progetti di vita indipendente, ai centri diurni e residenziali» hanno attaccato Flavio Savoldi e Ivano Platolino della Fish, che ieri hanno consegnato la petizione anche al presidente del consiglio regionale, Valdo Ruffato. «Il comportamento di Sernagiotto è irriguardoso, le sue proposte irragionevoli e confuse». Nel mirino, in particolare, c’è un progetto dal titolo «Aiutati», per cui è appena stato pubblicato un bando rivolto ai Comuni: «Da un lato la giunta taglia il fondo per la non autosufficienza e l’handicap, dall’altro finanzia con 197 mila euro un progetto per la mobilità che noi disabili riteniamo uno spreco, anzi una vera e propria beffa» rincara Elisabetta Gasparini della Uildm. Il progetto in questione, peraltro ideato da Sernagiotto con il consigliere disabile di Forza Italia per il Veneto Piergiorgio Cortelazzo (che lo difende a spada tratta e si dice pronto a sfidare tutte le associazioni che lo contestano) prevede la realizzazione di parcheggi attrezzati con pannelli solari, telecomandi e allarme sonoro per attivare i passanti in aiuto ai guidatori disabili nella fase di carico e scarico della carrozzina. «Un’iniziativa destinata a inevitabile fallimento – ha chiosato Gasparini – perché un disabile non può rischiare di affidarsi all’aiuto saltuario e inesperto dei passanti».
Replica a muso duro Sernagiotto: «Savoldi sta invecchiando ed è disattento. Gli assegni di cura e di vita indipendente dal 2013 non sono più di competenza mia ma dell’assessore alla Sanità Coletto. E’ vero è che i capitoli dedicati al Sociale sono passati da 721 milioni a 707 milioni ma non perché l’ho voluto io, bensì per via di una legge di spending review votata dal consiglio. Dunque Fish, Anffas e Uildm dovrebbero chiedere lo scioglimento dell’assemblea, più che le mie dimissioni. Senza contare che il budget verrà reintegrato dal fondo nazionale con 23 milioni». Il punto è che le associazioni contestano pure «come» vengono spesi questi denari: «Io finanzio le politiche sociali non quelle assistenziali. Qui c’è gente che pretende contributi a pioggia e nulla più» dice Sernagiotto. Il riferimento è esteso dall’assessore anche all’Ente nazionale sordi e all’Unione italiana ciechi, che pure hanno protestato ieri a Palazzo Ferro Fini contro l’azzeramento dei contributi a loro favore (sono altre 11 mila persone, 3 mila non udenti e 8 mila non vedenti): «In bilancio non c’è più un euro per finanziare le nostre sedi e i servizi indispensabili per l’autonomia dei nostri soci» hanno detto il presidente dell’Ens Giuliano Nicetto Boaretti e la presidente dell’Uic Gabriella Zuccarato. Ma Sernagiotto replica a chi scrive: «Sa cosa mi arriva come rendiconto dei contributi assegnati? Schede telefoniche. Solo schede telefoniche. Ecco come spendono i soldi della Regione, roba da Corte dei conti».
Intanto prosegue in aula il dibattito sulla manovra che, per alcune complicazioni improvvise (tipo la poca voglia dei consiglieri di restare a Venezia venerdì notte), slitterà probabilmente alla prossima settimana. Ieri si è chiusa la discussione generale, con pretese di ogni tipo e la consueta polemica sui 400 mila euro stanziati per l’identità veneta. Oggi inizierà la vera trattativa sugli emendamenti ed in questo senso la partita più delicata si annuncia, come ogni anno, quella sul trasporto pubblico (che conta oggi 406 milioni). L’assessore alla Mobilità Renato Chisso vorrebbe strappare qualche milione in più per i treni mentre la «lobby veneziana» è già in moto per spostare cospicui finanziamenti su vaporetti & co.
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 7 marzo 2014