La situazione del mercato del lavoro comincia a scoprire nuove emergenze. A marzo, secondo i dati dell’Istat, i disoccupati con oltre 50 anni d’età hanno superato per la prima volta il numero dei giovani senza lavoro tra i 15 e i 24 anni. Tra i 3 milioni e 22 mila disoccupati registrati a marzo, 569 mila avevano oltre 50 anni, con una crescita di 59 mila unità rispetto a febbraio e di 103 mila rispetto al marzo 2016, mentre i senza lavoro tra i giovani erano 524 mila, in aumento di 3 mila unità rispetto al mese precedente.
Dal 2004, da quando cioè inizia la serie storica dei dati, i senza lavoro tra gli anziani superano il numero dei giovani disoccupati, per i quali tuttavia l’Italia continua a mantenere il record in Europa con il 34,1% (in flessione rispetto al 34,4%). Nel complesso, tuttavia, i nuovi dati sull’occupazione dipingono un quadro in qualche modo in miglioramento. Il tasso di disoccupazione complessivo è tornato ad aumentare all’11,7% (era all’11,5 a febbraio), soprattutto a causa del minor numero di inattivi, coloro che non hanno un lavoro o non lo cercano. Rispetto a febbraio questi ultimi sono diminuiti dello 0,2%, ma rispetto al marzo 206 il calo degli inattivi è ben più sensibile, pari al 2,8%.
Il tutto si riflette sul numero degli occupati, che a marzo, secondo l’Istat, erano 22 milioni e 870 mila, con un aumento dello 0,9% su base annua. Il tasso di occupazione, sempre a marzo, resta stabile al 57,6%, risultato di un aumento dell’occupazione alle dipendenze di 63 mila unità (41 mila a tempo indeterminato) e di un calo di 70 mila occupati tra gli autonomi.
I dati aggregati del primo trimestre confermano il quadro. Nei primi tre mesi dell’anno gli occupati sono cresciuti di 35 mila unità, i disoccupati sono scesi di 38 mila a egli inattivi di 32 mila unità.
«Nell’ultimo anno l’occupazione è aumentata in tutte le fasce d’età, e torna a ridursi il numero degli inattivi, scesi di 34 mila in un mese e di 390 mila unità in un anno» ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. «Continua a migliorare la situazione del mercato del lavoro giovanile, dove prosegue il calo della disoccupazione, al livello più basso dal febbraio 2012, e del tasso di occupazione, che sale al 17,2. Dal febbraio del 2014», quando si è insediato il governo Renzi, aggiunge Poletti, «gli occupati sono aumentati di 734 mila unità, 553 mila dei quali a tempo indeterminato».
Per i senatori del Pd, i dati sull’occupazione sono la conferma che l’economia italiana è ripartita, ma Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Forza Italia, sottolinea gli aspetti più strettamente congiunturali. «A marzo ci sono stati 7 mila occupati in meno», dice Brunetta, secondo il quale le riforme del governo Renzi sono state «fallimentari». Stessa valutazione dal Movimento 5 Stelle. «Il mercato del lavoro è in piena stagnazione e il Job Acts — dicono — non è servito a nulla».
Ieri, intanto, il Tesoro ha diffuso i dati mensili di finanza pubblica: ad aprile il fabbisogno è stato di 5,2 miliardi, in calo di 3 rispetto ad aprile 2016 grazie anche ai 2,15 miliardi di dividendi versati da Bankitalia. Nel primo quadrimestre il fabbisogno è in linea con quello del 2016, intorno ai 34,5 miliardi. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sarà ascoltato domani dalla Camera sui conti pubblici e la manovra correttiva, che ha iniziato il suo iter. Ieri è arrivato il giudizio di Confindustria, critica per le troppe tasse e timorosa che sulle riforme ci sia «un arretramento elettoralistico», che sollecita invece una «robusta accelerazione degli investimenti pubblici».
Mario Sensini – Il Corriere della sera – 3 maggio 2017