Dispositivi e farmaci: i prezzi di riferimento sono on line
L’intento è quello di porre fine alla giungla dei prezzi e arginare le enormi differenze di costi registrate finora. Distorsioni per cui una stessa siringa può costare il 135% in più anche nell’ambito della stessa Regione.
L’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha pubblicato sul suo portale i «prezzi di riferimento in ambito sanitario», ricavati da un’indagine condotta in tutta Italia su farmaci, dispositivi medici e servizi di ristorazione, pulizia e lavanderia dall’Osservatorio dei contratti pubblici. Informazioni preziose per i centri di spesa come Asl e Regioni.
Per quanto riguarda i farmaci (leggi la tabella prezzi), l’elenco fornisce 132 prezzi di riferimento di 43 principi attivi. Ad esempio per l’antitrombina III umana (dosaggio 1000 UI in flacone) il prezzo fissato è di 202 euro (la forbice attuale varia da 145 euro a 330). Per l’epoetina alfa (dosaggio 40000 UI in fiala) – usata per il trattamento di anemia indotta da trattamenti chemioterapici – il prezzo di riferimento è pari a 70,4 euro. Al momento, invece, ci sono Asl che la pagano 64 euro e altre che arrivano a spenderne 276.
Oltre al prezzo di riferimento viene comunque pubblicato anche il prezzo mediano. «Quest’ultimo – spiega l’Authority – può costituire un utile termine di confronto in tutti quei casi in cui il prezzo di riferimento, che per sua natura
costituisce una misura sintetica dei prezzi comunicati, non riesca pienamente a dar conto dell’eterogeneità, anche qualitativa, dei beni e servizi acquistati».
Ad esempio, per l’acquisto di stent coronarici in acciaio inossidabile (leggi la tabella dei dispositivi), l’Osservatorio fissa un prezzo di riferimento di 190 euro e uno mediano di 297. Anche per questo tipo di dispositivo il prezzo di riferimento è molto vicino al prezzo minimo rilevato, che la precedente tabella dell’Authority indicava pari a 150 euro, a fronte di un prezzo massimo di ben 669. Un divario ancora più evidente nel caso dell’acquisto di protesi d’anca in ceramica: ci sono aziende sanitarie che pagano questi dispositivi 284 euro e altre che arrivano a spendere oltre 2.500 euro. L’Osservatorio fissa invece un prezzo di riferimento pari a 298 euro e uno mediano di 535.
Le tabelle prendono in esame anche i servizi offerti all’interno degli ospedali (leggi la tabella sulla ristorazione, sulla pulizia e sulla lavanderia). Ad esempio, il prezzo di riferimento “a giornata alimentare” e senza nessun servizio aggiuntivo è fissato a 9,40 euro a paziente. Per la pulizia di un’area ad alto rischio viene invece fissato un canone mensile di 3,48 euro al metro quadrato. Il prezzo di riferimento per il servizio di lavanderia all’interno delle strutture sanitarie, calcolato a giornata di degenza, è di 3,50 euro, con un prezzo mediano fissato a 4,20.
«I prezzi rilasciati – sottolinea l’Authority – vanno comunque interpretati con cautela tenuto conto dell’eterogeneità che spesso caratterizza i beni e i servizi acquisiti (in particolare per i dispositivi medici e i servizi) e, talvolta, del modesto numero di osservazioni raccolte».
Il lavoro fin qui svolto dall’Osservatorio potrà comunque essere sviluppato «attraverso il rilascio di prezzi di ulteriori categorie di principi attivi, dispositivi medici e servizi e con la partecipazione di soggetti istituzionali quali Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), ministero della Salute e ministero dell’Economia».
Sole 24 Ora Sanita – 3 luglio 2012