Il sindaco di Viterbo accusato di aver favorito ditte locali al padiglione della Regione. Veronafiere: «Forniamo aree espositive e servizi a realtà pubbliche e private nel rispetto delle norme»
Dopo Fieracavalli, il Vinitaly. Parafrasando un vecchio adagio, pare proprio che tutte le strade del «Laziogate» conducano a Verona.
E infatti, dopo aver appreso di una «spedizione» da 300mila euro a Fieracavalli 2010 tra le spese «allegre» dei consiglieri laziali, ora a finire sotto la lente della magistratura c’è il padiglione del Lazio al Vinitaly del 2011.
Infatti, dal calderone delle indagini sullo scandalo Fiorito, si è aperto un nuovo filone legato al sindaco di Viterbo, Giulio Marini, che proprio ieri è stato interrogato in merito alle intercettazioni di due telefonate con l’assessore dell’Agricoltura della Pisana, Angela Birindelli, durante le quali il primo cittadino avrebbe chiesto di far lavorare al padiglione laziale alcune ditte di Viterbo.
Il sindaco Marini, che risulta indagato per abuso d’ufficio, ha negato spiegando di non aver mai commesso alcun abuso e di non aver mai interferito nell’organizzazione del padiglione del Vinitaly 2011. L’ombra di azioni poco pulite ha però intanto investito l’esposizione vinicola veronese nota in tutto il mondo.
E dai palazzi di viale del Lavoro è subito arrivata una nota nella quale si precisa che «Veronafiere fornisce a realtà sia private che pubbliche le aree espositive e i servizi per la partecipazione agli eventi, alle condizioni di mercato del settore e nel rispetto delle normative vigenti». Secondo quanto è trapelato dall’inchiesta, l’edizione Vinitaly finita nel mirino degli inquirenti è quella del 2011, assegnata ad Arsial, (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura nel Lazio), mentre l’edizione 2012 è stata, attraverso una determinazione regionale del 12 marzo scorso, affidata a Veronafiere con un incarico diretto di 1 milione e 892mila euro per «la fornitura dello spazio espositivo, degli allestimenti, del supporto logistico e dell’attività di comunicazione», si legge nel documento. Anche il commissario straordinario di Arsial Erder Mazzocchi, pure lui indagato insieme all’assessore all’Agricoltura e al sindaco di Viterbo, si dichiara estraneo a fatti illegittimi e precisa: «Per il Vinitaly 2011, l’Agenzia ha affidato i servizi direttamente all’ente fiera di Verona, esclusivista degli spazi e della manifestazione. Non ho mai avuto rapporti con aziende viterbesi e tutti gli affidamenti sono stati fatti direttamente dall’ente fiera di Verona».
Intanto salta fuori una interrogazione del primo marzo del 2012 dei consiglieri del Pd della Regione Lazio, Esterino Montino e Giuseppe Parroncini, che chiedevano lumi sull’affidamento diretto a Veronafiere per il Vinitaly 2012. «Insomma, avevamo gravi dubbi sulla regolarità amministrativa e sulla trasparenza», dicono, «temevamo che ditte di fiducia dell’assessorato potessero entrare nell’affare. Forse avevamo ragione». Ma questo, ora, potrebbe diventare nuovo materiale d’indagine per la magistratura
L’Arena – 28 settembre 2012