Sarà Thom Hind, ex Corporate Director alla NFU a sviluppare su basi più eque ilrapporto tra distribuzione e produttori agricoli: garantendo una maggiore presenza del prodotto nazionale. Dopo lo scandalo Horsegate, Tesco corre ai ripari.
Dopo essere finita al centro dell’inchiesta con diversi prodotti pronti che contenevano fraudolentemente carne di cavallo , tra cui il “Tesco Burger”, con addirittura il 29% di carne equina-. E rilanciando una strategia di collaborazione a lungo termine con gli agricoltori per garantire meglio la filiera.
Già Clarke aveva fatto mea culpa, riconoscendo come in passato (anche recente) Tesco avesse misconosciuto il ruolo guida degli agricoltori nel rassicurare l’opinione pubblica. Quando in realtà- in base a recenti dati Mintel- i consumatori britannici vedrebbero l’origine inglese del prodotto come il primo requisito di qualità e garanzia (48%), ben oltre le rassicurazioni della marca o del retailer. Sebbene invocate come mantra per la tutela degli shoppers.
Il nuovo ruolo prevede non solo una collaborazione con la NFU UK, ma con tutte le realtà agricole a livello internazionale cui TESCO si rifornisce. TESCO è infatti un gigante globale che vede nella internazionalizzazione del proprio business una opportunità irrinunciabile, insieme a Carrefour, Wal Mart e pochi altri player.
“La National Farmers Union è un’ottima organizzazione: ho apprezzato i miei 15 anni durante i quali ho avuto incarichi che mi hanno portato a contatto con questioni e ruoli diversi –afferma Tom Hind -. Nel corso della mia carriera sono sempre stato motivato dal desiderio migliorare l’attività di agricoltori e coltivatori. Per questo non vedo l’ora di lavorare con Tesco e i suoi fornitori persviluppare rapporti più stretti di collaborazione tra agricoltori, produttori e l’azienda stessa”.
Nel suo novo ruolo Hind dovrà sviluppare le capacità di un team dedicato a costruire filiere “a maggior tasso” di prodotto nazionale, ma anche improntate ad una maggiore sostenibilità complessiva.
Thom è una presenza ben nota a livello europeo, affiancando in particolare il presidente della NFU Peter Kendall nel Gruppo di lavoro del Copa Cogeca “Food Chain”. Il gruppo non a caso è inteso a migliorare le prassi contrattuali tra produttori e distributori, evitando clausole inique. E chiedendo una legislazione di massimo livello istituzionale. Quel che in Italia si sta provando a fare con l’Art. 62.
Sicurezza Alimentare – Coldiretti – 9 luglio 2013