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Due allevamenti di visoni nei Paesi Bassi in quarantena: gli animali sono stati infettati dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2. Le autorità invitano a segnalare eventuali altri casi

Il ministero dell’agricoltura dei Paesi Bassi ha dichiarato ufficialmente domenica 26 aprile che due allevamenti di visoni nei Paesi Bassi sono stati messi in quarantena dopo che è stato scoperto che gli animali sono stati infettati dal nuovo coronavirus Sars-Cov-2. Il ministero ha altresì esortato a segnalare ulteriori casi che fossero presenti nella nazione.  I visoni infettati sono stati saggiati per Sars-CoV-2 e hanno manifestato una chiara sintomatologia respiratoria e le autorità sanitarie ritengono il contagio sia avvenuto dalle persone responsabili del loro allevamento. Le autorità dei paesi bassi ritengono minime, ma non escludono, le possibilità che i visoni infetti possano a loro volta contagiare l’uomo ed altri animali.
Tuttavia la movimentazione di visoni e furetti, come del loro letame, è stata vietata. Come è stato interdetto il transito alle persone a meno di 400 metri dagli nallevamenti. Sono in corso le indagini epidemiologiche, estese anche a campionamenti ambientali di aria e suolo.  L’episodio dei Paesi Bassi aggiunge un altro anello alla catena antropo-zoonosica dell’infezione naturale che fino ad ora ha colpito gatti, cani, tigri, leoni, e appunto visoni.
Le città in cui sono situate le fattorie, Germert-Bakel e Laarbeek, si trovano entrambe nella provincia meridionale del Brabante Settentrionale nei Paesi Bassi, sede del più importante focolaio di Sars-Cov-2 del Paese.
La segnalazione è di particolare importanza per vari motivi:  studi di genomica e bio-informatica indicano il visone tra le specie più recettive/serbatoio di Sars-CoV-2; i visoni erano presenti al mercato di Wuhan, che si ritiene il luogo di passaggio del virus dal serbatoio animale all’uomo, e quindi potrebbero costituire l’ospite di passaggio intermedio non ancora identificato; nei visoni sono descritti dei coronavirus molto simili a quelli responsabili della TGE e della PEDS nel suino, e può esserci la possibilità di co-infezione, con generazione di nuove varianti antigeniche e/o patogenetiche.

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