Usl venete promosse nei pagamenti alle aziende fornitrici della sanità. Promosse anche se con qualche riserva: se per legge il saldo deve avvenire entro 60 giorni, le venete hanno pagato massimo a 83 giorni, minimo a 12. Ma decisamente meglio delle colleghe del centrosud, dove saltano agli occhi le maglie nere dell’Usl regionale del Molise, che paga dopo 462 giorni, con un ritardo di più di un anno (412 giorni), Napoli 1 Centro (in ritardo di 401 giorni), e Roma A 1, in ritardo di 397 giorni.
In Veneto le più lente nell’ultimo trimestre del 2015 sono state l’Usl 16 di Padova (23 giorni di ritardo), la 9 di Treviso (22 giorni) e la 8 di Asolo (21 giorni). I dati sono stati elaborati dall’Ufficio Studi della Cgia su dati dei siti web delle 21 Usl che per legge devono indicare alla voce «amministrazione trasparente» l’indicatore di tempestività dei pagamenti. Come si vede dal grafico nella pagina, però, il quadro delle venete risulta tutto sommato virtuoso. Soddisfatto ma qualche sasso da togliere dalle scarpe il presidente della Regione, Luca Zaia. Perché se è vero che le Usl sono diventate abbastanza virtuose, i pregressi sono stati pagati grazie a un mutuo da 1,5 miliardi di eurocontratto col ministero dell’Economia e delle Finanze due anni fa. «Un’autentica vergogna – si inalbera Zaia – visto che avevamo 1 miliardo e 312 milioni di euro di residuo fiscale nostro fermo nella tesoreria nazionale. Lo Stato con una mano ce li teneva fermi e con l’altra ce li prestava. Questo giochetto ci costa 20 milioni di euro all’anno di interessi. Pazienza: la priorità per noi era essere considerati un ente virtuoso e ora lo siamo». La conclusione di Zaia è sempre la stessa: «Se avessimo l’autonomia saremmo molto più efficienti. La colpa è solo di Roma».
La Cgia, che si è scartabellata tutti i dati traendoli dai siti delle Usl, ammette la situazione rosea del Veneto, pur mettendo in guardia su un punto: «Attenzione ai piccoli fornitori. Perché l’indice di tempestività spiega Zabeo – è il frutto di una media ponderata tra i pagamenti. Per ipotesi una Usl potrebbe sembrare più virtuosa di un’altra perché magari ha pagato subito i grandi fornitori ma ha ancora in sospeso i piccoli. Solo che i piccoli, come spesso accade, sono anche quelli che soffrono di più per gli scoperti». Ma il divario col sud è evidente: «Le regioni del sud – spiega ancora Zabeo – sono tutte in disavanzo sanitario e quindi hanno una possibilità di spesa contingentata. Questa situazione genera anche problemi in più, rischi di corruzione: so che paghi a 400 giorni la fattura, io la gonfio a 120 invece che a 100. Quanto al Veneto è vero, il quadro che ne esce è virtuoso, ma ha ragione Zaia: gli interessi che paghiamo sono un paradosso visto il nostro residuo fiscale».
Sara D’Ascenzo – Il Corriere del Veneto – 21 febbraio 2016