Il nome pronunciato quasi a sorpresa da Letta. La carriera: il partito comunista, Botteghe Oscure e il ritorno in Veneto
Il primo cittadino di Padova è stato nominato ministro dello Sviluppo Economico dal premier Enrico Letta. Il nome di Flavio Zanonato è uscito a sorpresa dalla lista presentata oggi da Letta. Resta fuori, invece, Renato Brunetta del quale si era parlato nei giorni scorsi.
Parola d’ordine: rimettere in moto l’Italia. «Credo sia necessario che questo Governo riesca a portare fuori il Paese dalla situazione di emergenza economica che sta creando danni molto pesanti al tessuto delle imprese ed alle famiglie». Lo ha detto al telefono con l’Ansa Flavio Zanonato, indicato come nuovo ministro dello sviluppo.
«Come ho detto anche nel discorso tenuto a Padova per il 25 aprile – ha aggiunto Zanonato -, la macchina democratica si è rimessa in moto. Ora serve rimettere in moto l’Italia». «Sento il peso di una responabilità così delicata – ha concluso Zanonato, che è sindaco di Padova e vice presidente dell’Anci – ma credo che con il concorso di tutti sapremo fare un lavoro utile per il Paese».
Chi è Flavio Zanonato. Cresciuto in una famiglia di «forti ispirazioni cattoliche», appassionato di scacchi, amante della montagna, sposato da trent’anni con “Lella”. Si descrive così Flavio Zanonato, sindaco della città di Padova e nuovo ministro per lo Sviluppo economico, del governo di Enrico Letta. Nato a Padova nel 1950 cresce in un quartiere popolare, consegue il diploma di perito industriale, e durante il periodo studenteso si avvicina al partito comunista. In breve tempo diventa consigliere comunale e segretario provinciale; la sua carrierà proseguirà nella capitale, dove a Botteghe Oscure diventerà direttore del settore immigrazione ed emigrazione. Vent’anni fa diventa per la prima volta sindaco di Padova, grazie a un accordo tra diverse forze politiche. Il secondo mandato arriva due anni dopo, nel 1995, quando invece viene eletto direttamente dai cittadini; quando nel 1999 si presenta di nuovo viene sconfitto al ballottaggio, Nello stesso periodo diventa vice presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni italiani, con delega in materia di lavori pubblici, infrastrutture, urbanistica e catasto. Nel 2004 quando lo scontro si ripete vince e torna alla guida di Padova. Incarico che ottiene di nuovo nel 2009, quando torna ad essere anche vice presidente dell’Anci.
Gazettino – 27 aprile 2013