La recessione che taglia il Pil e non produce posti di lavoro per i giovani? Si supera con il «federalismo a geometria variabile», ultima formula inventata dal professor Luca Antonini, docente di Diritto costituzionale all’università di Padova, presidente del Copaff e del gruppo di lavoro nominato dal presidente Zaia per fare del Veneto un modello unico in Italia.
La proposta dovrà essere approvata dal Parlamento, ma non prevede la modifica di norme costituzionali perché non si chiede di far diventare il Veneto una regione a statuto speciale come il Trentino e la Sicilia, progetto utopico con buona pace della Lega, ma di utilizzare alcune competenze già attribuite con gli articoli 116 della Costituzione (regionalismo differenziato); 118 (sussidiarietà) e 119 (federalismo fiscale). Cosa cambierebbe concretamente ? Luca Zaia è andato subito al sodo: «Una delle nostre proposte prevede la possibilità di gestire in Veneto il Tfr maturato dai lavoratori: si tratta di un autentico tesoro che oggi finisce a Roma nelle casse previdenziali che lo investono secondo gli obblighi di legge e le condizioni di mercato con tassi dell’1 per cento. Noi ai lavoratori veneti facciamo una proposta concreta: vi diamo il 5% di interesse, girateci il vostro Tfr e realizzeremo tutte le opere pubbliche di cui abbiamo bisogno per far ripartire l’economia e l’occupazione». La liquidazione alla Regione Veneto come i vecchi Boc, passerà mai l’esame del sindacato? In attesa di una loro risposta, ecco quella del professor Antonini e di Luca Zaia, ieri particolarmente feroce con il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che ha incassato dal governo la garanzia di copertura del deficit del suo bilancio.
«Il governo Monti non può continuare a trattare il Veneto alla stregua del Lazio o della Campania. A Napoli danno 2 miliardi e anche l’America’s cup calpestando l’accordo con Venezia: si tratta di un danno di 40 milioni di euro ed esprimo piena solidarietà al sindaco Orsoni», ha detto Zaia. «Se i nostri tre disegni di legge verranno approvati dal Parlamento ci saranno grandissimi vantaggi per la spending review: se tutte le regioni adottassero gli standard di spesa del Veneto, potremmo ottenere risparmi per 28 miliardi di euro all’anno», ha detto Zaia. Che poi ha dato fiato alla polemica contro il governo Monti: «Basta Roma, basta centralismo che deprime le regioni virtuose e premia quelle sprecone. Noi vogliamo poter gestire le nostre università, tagliare la burocrazia, approvare le concessioni edilizie e firmare le autorizzazioni alle nuove aziende in 30 giorni come in Trentino. Il Veneto ha un saldo fiscale attivo di 16 miliardi che finiscono tutti a Roma: noi crediamo che se investiti nelle nostre città il Pil possa crescere del 10 per cento».
Più della Cina e dell’India? Zaia e Antonini non si fermano: il presidente della Copaff (commissione federalismo fiscale) su designazione degli ex ministri Tremonti e Calderoli, ripete che la strada è stata tracciata ancora nel 2009. Ma il governo Monti ha tirato il freno a mano. Stop.
Il Mattino di Padova – 14 novembre 2012