Sembra il titolo di una storia fantastica. Una medusa di quasi un metro di diametro non si incontra tutti i giorni, nel Mediterraneo. E’ successo due, forse tre volte quest’anno, nel Nord Adriatico. Vedere un animale «strano» può capitare e l’incontro poi si racconta agli amici (che non ci credono). Ma Gigi Paderni, quando ha incontrato la Drymonema dalmatinum, aveva la sua fidata macchina fotografica. E ha immortalato un gigante che gli è passato vicino.
La foto è arrivata a me, attraverso Saul Ciriaco, dell’Area Marina Protetta di Miramare, a Trieste. Saul ne ha presa una, morente, e l’ha messa in un tino da vino. Ma non fa una gran mostra di sé. Questi animali, una volta morti, si dissolvono e perdono presto la bellezza che li caratterizza quando sono in vita. Non ci è voluto molto a capire che Gigi e Saul avevano incontrato la più grande medusa del Mediterraneo, e anche la più rara!
La specie si chiama dalmatinum perché proprio in Dalmazia il naturalista Ernst Haeckel, nel 1880, la descrisse come specie nuova. Ma dopo quel ritrovamento fu rivista solo pochissime volte. La letteratura scientifica la segnala solo fino al 1945. Non si vedeva, quindi, da quasi 70 anni! Drymonema dalmatinum è tornata dal passato. Dove sarà stato nascosto un animale così grande, in un mare così piccolo? La risposta è semplice. Il ciclo di queste meduse è composto da una fase che vive attaccata al fondo. Si chiama «polipo», da non confondere col polpo. Questi polipi sono piccoli, di solito, e possono vivere a lungo. Ogni tanto producono meduse che, all’inizio della vita libera, sono piccole. Molte specie hanno meduse che restano piccole anche una volta raggiunta l’età adulta. Ma altre possono diventare grandi. Drymonema dalmatinum è parente di Cyanea capillata, la medusa più grande che si conosca. Vive nel Mare del Nord e nell’Artico e pare che possa raggiungere anche i due metri di diametro.
I polipi possono vivere per decenni senza produrre meduse e poi, improvvisamente, danno vita alla fase adulta: la medusa, appunto. I polipi di Drymonema, con ogni probabilità sono stati «nascosti», attaccati a qualche scoglio, e ora le condizioni ambientali hanno «risvegliato» il gigante. Drymonema mangia altre meduse. Nella foto di Paderni si sta mangiando un’Aurelia aurita, la medusa quattr’occhi. Le meduse stanno aumentando dappertutto e i loro predatori, favoriti dall’abbondanza di cibo, aumentano di conseguenza.
Il Nord Adriatico, un «cul de sac» biogeografico, quest’anno ci ha regalato ritrovamenti eccezionali e non è detto che non abbia altre sorprese in serbo. Ma la comunità scientifica non è abbastanza numerosa da poter tenere sotto controllo gli 8500 km del litorale italiano. E’ per questo che abbiamo lanciato la campagna «Occhio alla Medusa», con tanto di pagina web (www.meteomeduse.focus.it) e applicazione per smartphone, chiedendo ai cittadini di diventare «scienziati» e mandarci le segnalazioni delle meduse che incontrano. La risposta è già stata uno tsunami di segnalazioni.
La Stampa – 6 agosto 2014