Di solito EFSA- in base al proprio documento guida sulla valutazione degli OGM- richiede una valutazione comparativa. Un confronto diretto tra varietà OGM e varietà convenzionale di riferimento, per escludere differenze significative (fenotipiche, composizionali, nutrizionali). Ora, EFSA avrebbe giudicato insufficiente la caratterizzazione della controparte convenzionale fornita da Pioneer, e avrebbe chiesto ulteriori dati.
Ma Pioneer ha preferito ritirare la richiesta di autorizzazione, sottolineando la maturità del prodotto e il fatto che non sia più parte del core business aziendale. Questo anche se Pioneer ha visto approvato il prodotto in un numero elevato di paesi, come Canada, USA, Messico, Australia e Nuova Zelanda.
Al centro della scena, il tempo di valutazione: dal 2008 infatti Pioneer stava aspettando una valutazione, e nel frattempo ilmercato è cambiato rendendo poco interessante il prodotto.
Recentemente abbiamo sottolineato come uno dei gap maggiori fino ad ora fosse legato alla mancanza di uno standard assoluto per la valutazione degli OGM, cosa peraltro sottolineata anche da CRIIGEN e Eric Gilles Seralinì. Proprio nei giorni scorsi poi la Commissione ha pubblicato un regolamento in cui viene fatto obbligo di uscire dall’approccio attuale, di valutazione “caso per caso”, per convenire invece su un insieme di procedure di base, tra cui la necessità di cd feeding trial per almeno 90 giorni.
La Pioneer in base al parere di EFSA, non avrebbe nemmeno fornito quelli a 28 giorni, relativi alla tossicità acuta (in base al protocollo OCSE, usati per derivare poi la tossicità cronica, con una semplice inferenza).
Tali studi, in ogni caso, sarebbero non solo stati abbandonati dalla Commissione Europea (chiedendo almeno 90 giorni, si riconosce che le prove tossicologiche a breve non consentono inferenze sul lungo termine), ma superati dalle critiche di coloro che chiedono anche studi a 2 anni.
Se è la prima volta che EFSA apertamente rigetta uno studio, sul futuro non è dato sapere: ma i criteri richiesti dalla Commissione sono certamente più stringenti. Che non sia l’inizio di un cambio di passo nella valutazione, con un maggiore rigore per il futuro?
sicurezzaalimentare.it – 19 aprile 2013