Il comitato «Acqua libera dai Pfas» ha aperto le sottoscrizioni a due petizioni popolari rivolte ai governi nazionale e regionale. «Questa iniziativa», spiega il portavoce Piergiorgio Boscagin, «fa seguito ad un convegno che si è svolto lo scorso dicembre a Cologna sull’inquinamento delle falde acquifere causato dalle sostanze chimiche perfluoro-alchiliche in un’area che comprende il Basso e l’Est Veronese, il Vicentino ed il Padovano».
Si tratta di una situazione scoperta nel 2013, ed addebitabile ad un’industria chimica di Trissino, nel Basso Vicentino, che da allora è stata affrontata con iniziative non completamente risolutive. Ora, quindi, gli ambientalisti hanno deciso di ricorrere al sostegno della popolazione. La prima petizione, dal titolo «Mettiamo un limite ai limiti», è rivolta ai titolari dei dicasteri dell’Ambiente, Gianluca Galletti, e della Salute, Beatrice Lorenzin, e chiede che vengano finalmente fissati dei limiti di legge ai Pfas nelle acque di falda e che siano uniformati ai valori più restrittivi vigenti a livello internazionale. La seconda istanza, chiamata «Acquedotti liberi da Pfas e Pfoa» è indirizzata al presidente della Regione Veneto Luca Zaia ed è volta ad ottenere che gli acquedotti contaminati dalle sostanze perfluoroalchiliche siano allacciati a fonti di approvvigionamento esenti da sostanze inquinanti. «I moduli», conclude Boscagin, «sono stati inviati a tutti i Comuni interessati dalla contaminazione, chiedendo che venga data un’adeguata pubblicità all’iniziativa. Inoltre, sono disponibili per chiunque via Internet, richiedendoli a info@nopfas.it».
L’Arena – 17 febbraio 2016