Sul Bollettino ufficiale della Regione è stato pubblicato ieri, 18 settembre, l’elenco degli incarichi e dei compensi degli amministratori degli enti strumentali della Regione, delle aziende ospedaliere e delle Usl. Una lista che ben testimonia come accanto a poltrone con compensi di assoluto rispetto (come quelle di Avepa, di Arpav, di Veneto Agricoltura e di Veneto Lavoro) ve ne siano altre poco più che onorifiche, che fruttano un migliaio di euro l’anno (lordi) o addirittura vengono occupate a titolo gratuito.
In cima alla lista si conferma il direttore di Avepa Fabrizio Stella la cui indennità annua, al lordo degli oneri e delle ritenute oltre che della retribuzione di risultato (un premio fino al 10%), ammonta a 152.580 euro. A seguire si piazzano il direttore generale dell’Arpav Carlo Emanuele Pepe con 123.608 euro (lo stipendio è stato tagliato del 20% nel 2011) e quello di Veneto Lavoro, e cioè Sergio Rosato fino alla scadenza del suo mandato (l’8 febbraio 2015) ed oggi Tiziano Barone, con 123.500 euro, cui va aggiunta «un’integrazione sulla base della valutazione dei risultati», anche qui fino al 10%. C’è poi il caso di Giuseppe Nezzo, che ha ricevuto dal governatore Luca Zaia l’incarico di chiudere Veneto Agricoltura. Quando si insediò come commissario straordinario, nel dicembre del 2014, lo stesso governatore sottolineò che il suo era un incarico «assolutamente gratuito, a costo zero». Nel maggio scorso, però, Nezzo è passato da «commissario straordinario» a «commissario liquidatore» e in virtù di questa nuova veste ora percepisce 152.580 euro più il rimborso spese più l’eventuale retribuzione di risultato. Il che, potenzialmente, lo innalza al di sopra perfino di Stella di Avepa.
Capitolo sanità. Sempre per via del taglio del 20% imposto nel 2011, tutti i direttori generali delle Usl e delle Aziende ospedaliere percepiscono 123.608 euro (cifre sempre annue e sempre lorde), con la peculiarità del manager dell’Usl di Venezia Giuseppe Dal Ben che ricopre lo stesso incarico pure all’Usl di Chioggia ma gratuitamente (caso che viene citato da Zaia a sostegno dell’ipotesi di fusione tra le Usl). Lo stesso vale per il segretario regionale della Sanità Domenico Mantoan, che è anche commissario dello Iov e dell’Arss. Va decisamente meglio al direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Igino Andrighetto, che stacca i colleghi con 154.510 euro (al presidente dell’Izv Giuseppe Dalla Pozza vanno 23.760 euro).
Indietro di una galassia ci sono i componenti del Corecom (19.800 euro per tutti, dal presidente Alberto Cartia in giù), i presidenti delle Ater (sulla carta si va dai 22.108 euro del veneziano Alberto Mazzonetto ai 7.027 del bellunese Giovanni Puppato ma qui c’è stato un pasticcio, legato al fatto che gli stipendi dei presidenti delle Ater erano legati a quelli dei presidenti di Provincia, spariti dappertutto con l’eccezione di Treviso, e difatti le cifre si riferiscono al solo periodo da gennaio a giugno), e quelli delle Esu (11.115 euro). I parchi della Lessinia e del Delta sono guidati a costo zero, quello delle Dolomiti costa 20.160 euro, quello del Sile 6.669 euro. Giuliana Fontanella, presidente dell’Istituto Ville Venete, guadagna 11.115 euro l’anno.
Sempre sul Bur di ieri sono stati pubblicati gli avvisi per la raccolta delle candidature relative al rinnovo di svariati vertici degli enti regionali, compresi proprio i parchi, gli Esu, il Corecom. Ma che senso ha, visto che Zaia ha appena fatto approvare in consiglio una legge che gli dà carta bianca in vista del commissariamento proprio di questi enti? Sono i tempi della burocrazia, si dirà. Mentre il sindaco di Verona Flavio Tosi attacca: «Il vero obiettivo di Zaia sono i consorzi di bonifica» .
Ma.Bo – Corriere del Veneto – 19 settembre 2015