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    Home»Notizie ed Approfondimenti»Entro 10 giorni stop alla Tasi, risparmio di 3,4 miliardi. Rebus nei Comuni ritardatari. Il 16 dicembre la scadenza del pagamento del saldo
    Notizie ed Approfondimenti

    Entro 10 giorni stop alla Tasi, risparmio di 3,4 miliardi. Rebus nei Comuni ritardatari. Il 16 dicembre la scadenza del pagamento del saldo

    pecore-elettricheInserito da pecore-elettriche8 Dicembre 2015Nessun commento3 Minuti di lettura
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    Roberto Petrini. Addio Tasi sulla prima casa. Ma non sarà un saluto indolore, prima c’è da far fronte all’ultimo pagamento del 16 dicembre, la seconda e ultima rata (dopo quella del 16 giugno) che arriva a ridosso delle vacanze di Natale e che, insieme all’Imu, frutterà un gettito di 12 miliardi di euro. Tanto più che elementi di caos e incertezza restano fino all’ultimo a tormentare la vita dei contribuenti.

    C’è infatti da risolvere il rebus degli 866 Comuni che hanno deliberato aumenti fuori tempo massimo (dopo il 30 luglio di quest’anno): la legge di Stabilità, in discussione alla Camera, sana le decisioni, ma avrà effetto solo dal 1° gennaio del 2016. Resta dunque l’incertezza per i proprietari: pagare, attenendosi alla delibera del Municipio, oppure ignorarla ma con la consapevolezza che, con tutta probabilità, la differenza potrebbe essere oggetto di una mini-Tasi nei primi mesi del prossimo anno? Non è escluso che l’emendamento- sanatoria possa essere ritirato e si provveda con un decreto.

    La novità è tuttavia che per circa 17 milioni e 100 mila proprietari al 100 per cento di una abitazione principale (e ivi residenti) e per circa 4 milioni e 400 mila inquilini in affitto (pagano tra il 10 e il 30 per cento della tassa sui servizi indivisibili) sarà l’ultima volta. Così ha deciso il governo che ha inserito la cancellazione della Tasi nella legge di Stabilità: il 16 dicembre, come ha detto Renzi, sarà dunque il «funerale» della tassa sulla prima casa. Polemiche ci sono state sulla spinta ai consumi e sull’opinione contraria di Bruxelles, ma tant’è: tranne le abitazioni di lusso, circa 73 mila, che continueranno a pagare dopo le correzioni in corso d’opera alla Stabilità, le altre prime case non pagheranno più. Attenzione però: la tassa non sparisce definitivamente perché resta in vigore, in quei Comuni che l’hanno adottata, sulla seconda casa (tetto, con l’Imu, 10,6 per mille) Quanto si risparmierà dal 2016? Secondo un calcolo della Cgia di Mestre l’importo medio di quest’anno è stato di 202 euro a famiglia, per un totale di 3,4 miliardi. Una media tuttavia che non considera che nelle grandi citta, da Roma a Milano a Torino a Bari, l’importo annuo supera i 300 euro.

    La Tasi sulla prima casa (aliquota base dell’1 per mille che può salire fino al 3,3 per mille come avviene in molti Comuni) va dunque in pensione dopo un faticoso servizio biennale nel 2014-2015: l’aveva preceduta l’-Imu prima casa introdotta dal governo Monti che si pagò solo nel 2012, mentre nel 2013 si versò solo una mini-Imu.

    Se per la prima casa si può pagare con la speranza di farlo per l’ultima volta, per la seconda e le eventuali altre si continuerà regolarmente ad assolvere l’impegno con lo Stato. A cominciare dal 16 dicembre quando per i proprietari di seconda casa, altre abitazioni, fabbricati e terreni scatterà il pagamento dell’Imu che resta in vigore: si tratta di 21,1 milioni di versamenti complesivi per un valore totale di 19,3 miliardi.

    Repubblica – 8 dicembre 2015 

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