La vicenda dei cosiddetti “esodati” evidenzia una grave mancanza di trasparenza su una vertenza che riguarda il destino di quasi 400mila persone.
Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, lamenta di aver chiesto da mesi all’Inps «numeri corretti e non parziali», come a voler suggerire di non essere ancora al corrente della reale dimensione del problema. Problema che – è bene ricordarlo – è figlio di quella riforma previdenziale realizzata dallo stesso ministro, considerata dai principali organismi internazionali come il risultato più importante fin qui conseguito dal governo Monti in direzione del recupero della credibilità. Ma i 390mila “esodati” indicati dalla relazione dell’Inps del 22 maggio equivalgono a sei volte i 65mila “salvaguardati” dal decreto del governo, e corrispondono anche al triplo dei 130mila citati dal direttore generale dell’istituto, Mauro Nori, nell’audizione alla Camera che risale soltanto ad un mese prima, al 12 aprile.
Per il ministro Fornero la relazione dell’Inps contiene «numeri parziali e non interpretati» e «questa non è mai una bella cosa». A questo punto tutti si aspettano dal ministro di conoscere l’esatta portata della platea, senza ulteriori balletti di cifre. Ma anche dai vertici dell’Inps serve una indicazione univoca, per avere un quadro reale del problema.
Per questa operazione verità è disponibile la più grande banca dati del Paese, quella dell’Inps, che non può essere utilizzata per fini “politici”, alzando o abbassando l’asticella a seconda delle convenienze.
di Giorgio Pogliotti – IL Sole 24 Ore – 13 giugno 2012