Il nuovo anno appena iniziato ha portato novità a livello europeo nel comparto delle produzioni di qualità: dal 3 gennaio è entrato in vigore il Regolamento Ue 1151/2012 del Parlamento Ue e del Consiglio sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, che ha abrogato i Regolamenti 510 e 509 del 2006 sui prodotti Dop, Igp e Stg.
Una delle principali innovazioni introdotte dal Regolamento consiste nella possibilità di riconoscere nuovi termini facoltativi di qualità e di modificare le condizioni di utilizzo di quelli esistenti. In questo ambito, viene da subito prevista una nuova categoria – quella dei “prodotti di montagna” – realizzati in determinate condizioni, illustrate in dettaglio nel Regolamento.
Inoltre, la Commissione ha un anno di tempo – fino al 4 gennaio 2014 – per presentare una relazione sull’opportunità di prevedere uno schema di etichettatura per aiutare i produttori nella commercializzazione dei prodotti locali e nella vendita diretta, e una relazione sui “Prodotti dell’agricoltura delle isole”.
Con il Regolamento 1151/2012 vengono poi sostanzialmente ridotti i tempi tecnici necessari per ottenere il riconoscimento delle Dop e Igp da parte dell’Ue, attraverso procedure di registrazione più veloci e di dimezzamento dei termini per l’opposizione (da sei a tre mesi); diventa anche obbligatorio per i prodotti di origine comunitaria l’utilizzo dei loghi Dop e Igp a partire dal 4 gennaio 2014. Ma, soprattutto, viene finalmente chiarito il cosiddetto “obbligo ex officio”, ossia l’obbligo che hanno gli Stati membri di mettere in atto le necessarie azioni amministrative e giuridiche sul proprio territorio, per prevenire o bloccare l’uso improprio delle indicazioni geografiche (mentre finora occorreva una denuncia di parte, come nel “caso Parmesan” in Germania).
Infine, viene aumentato da 25 a 30 anni il tempo minimo della presenza di un prodotto sul mercato, necessario per poterne chiedere il riconoscimento come Dop, Igp o Stg; inoltre, per le Stg viene eliminata la facoltà di riconoscimento senza riserva del nome (è il caso della nostra mozzarella Stg e pizza napoletana Stg) ed è consentito solo il riconoscimento con riserva di nome, allo scopo di favorirne il rafforzamento sul mercato.
Con queste regole il nuovo regime di qualità a livello europeo potrà fare un primo passo verso la realizzazione di un settore agricolo più forte e più dinamico. Ma solo se ci saranno altre iniziative nelle quali venga assicurata la possibilità di comunicare al consumatore in modo trasparente gli elementi distintivi della qualità dei prodotti italiani, come da tempo sostiene Coldiretti. Solo così le imprese agricole potranno avere degli strumenti efficaci per combattere la crisi, la concorrenza mondiale e la concentrazione del potere contrattuale nel settore della distribuzione.
9 gennaio 2013 – ilpuntocoldiretti.it