UDINE. Sono più di 320 le persone in attesa di indennizzo per danni alle autovetture provocati dalla fauna selvatica, ma i soldi non ci sono. O meglio, la Regione non li ha versati alla Provincia, che deve provvedere al riparto e, dal 2013 in poi, non vi sono state liquidazioni. Un problema non trascurabile per chi, in tempi di crisi, ha semidistrutto l’automobile, necessaria per andare a lavorare.
A palazzo Belgrado le telefonate e le lettere di sollecito continuano ad arrivare, ma la Provincia non ha i mezzi per far fronte alle richieste. E la situazione rischia di precipitare, visto che solo nell’ultimo mese in città sono stati rilevati ben quattro incidenti provocati da caprioli.
A fare il punto della situazione è l’assessore provinciale Marco Quai: «Solo nei primi quattro mesi del 2014 le richieste per danni agli autoveicoli sono state 57 per un ammontare di 150 mila euro, mentre quelle per danneggiamenti alle coltivazioni sono 17 per oltre 16 mila euro».
Purtroppo però, nessuna delle 264 richieste per danni ai veicoli presentate nell’anno precedente è stata liquidata. I preventivi dettagliano spese complessive per 591 mila euro, senza contare le 92 domande di indennizzo per danni creati alle coltivazioni agricole.
«La Regione trasferiva 500 mila euro l’anno per il ristoro dei danni, ma per il 2013 ha erogato solo 150 mila euro – riassume l’assessore Quai – di questi, 74 mila euro sono stati impiegati per risarcire i danni alle colture, 25 mila sono stati investiti per realizzare progetti di prelevamento della fauna selvatica, principalmente in Carnia. Avessi dovuto fare il riparto con i fondi che avevo a disposizione avrei potuto dare 50 euro ogni mille di danno, ho ritenuto che non fosse dignitoso così abbiamo inviato una lettera alle 264 famiglie che avevano fatto richiesta di risarcimento per il 2013 spiegando che, al momento, non è possibile dare risposta alle loro richieste. Ma che non c’è stata alcuna archiviazione – precisa – i fondi che sono avanzati sono stati accantonati e non appena la Regione ci trasferirà i finanziamenti, nell’arco di una settimana saremo pronti a liquidare il dovuto».
Stando alle disposizioni regionali l’ammontare massimo dei risarcimenti è dell’80% e le risorse, assicura l’assessore, ci sono tutte, visto che derivano da una quota delle licenze pagate ai cacciatori. «A novembre ho attivato tutte le 135 riserve di caccia e i 9 presidenti dei distretti venatori sollecitandoli a fare i prelievi visto che il problema è sempre più sentito, in pianura come in montagna. In provincia di Udine ci sono ben 6 mila cacciatori e ognuno di loro versa 84 euro l’anno per la tassa di concessione regionale che si somma alla tassa di concessione governativa – ragguaglia Quai – il che significa, in termini di introiti alla Regione oltre 500 mila euro, Trieste però ha deciso di trattenerseli per buona parte. A febbraio ho inviato una lettera alla Regione per chiedere interventi immediati e non ho avuto risposta, il 28 maggio avrò un incontro con l’assessore Paolo Panontin – annuncia Quai – spero di avere risposte».
Il Messaggero Veneto – 12 maggio 2014