II virus West Nile continua a imperversare in Polesine. Dietro potrebbe esserci anche qualche errore nella gestione degli interventi larvicidi. Il vettore attraverso il quale il virus della cosiddetta “Febbre del Nilo” passa dagli uccelli all’uomo è infatti la zanzara.
LE INTERROGAZIONI E, nella risposta arrivata nella seduta di martedì della Camera da parte del sottosegretario Davide Faraone, delegato dal ministro della Salute, alle due interrogazioni presentate in merito dal parlamentare polesano Diego Crivellari, si sottolinea come «l’Ulss Polesana ha inteso precisare che sia nel 2016, che nel 2017, non tutti i Comuni ubicati nel territorio aziendale hanno posto in atto le misure di intervento necessarie per controllare la popolazione delle zanzare».
TROPPE FALLE Alcuni Comuni hanno realizzato un numero di interventi larvicidi insufficiente, altri hanno effettuato solo interventi adulticidi e taluni nessun intervento. Inoltre, molte amministrazioni comunali hanno avviato con ritardo le attività di lotta larvicidi. Nel 2017 alla proposta di un appalto complessivo di disinfestazione, coordinato dall’azienda Polesana, ha aderito circa il 25 per cento dei Comuni del territorio aziendale, in quanto la maggior parte dei Comuni ha messo in atto misure di disinfestazione affidandosi a diverse ditte appaltatrici. Tale modalità operativa non ha consentito un’azione pienamente efficace, in quanto gli interventi sono svolti a macchia di leopardo».
NESSUN ALLARME II sottosegretario Faraone smorza eventuali allarmi, sottolineando come «peraltro, le verifiche effettuate a campione dall’azienda Polesana in merito all’efficacia degli interventi realizzati non hanno evidenziato grosse criticità, anche grazie alla stagione particolarmente asciutta, che non ha consentito lo sviluppo della popolazione di zanzare». Nel 2017, nel territorio della provincia di Rovigo, alla 13 settembre, si sono verificati 6 casi umani di West Nile, due nel comune di Taglio del Po, e uno nei comuni di Adria, Rosolina, Castelnuovo Banano e Lusia. La presenza di zanzare positive è stata riscontrata anche a Buso. Nel 2016, invece, i casi di infezione umana erano stati cinque, di cui quattro neuroinvasivi, oltre a una febbre estiva da virus.
PIÙ SORVEGLIANZA «Se da un lato ci fa ben sperare il fatto che sia confermata l’attenzione anche del Ministero e del Governo – ha replicato l’onorevole Crivellari – e che siano stati attuati nel tempo anche alcuni strumenti come il Piano di sorveglianza, che prevedeva anche l’intervento della Regione e delle Ulss, non possiamo non manifestare comunque la nostra preoccupazione anche rispetto ai nuovi casi che si sono registrati. Desta preoccupazione anche il fatto che, come ricordato dal sottosegretario, non ci sia una consapevolezza così diffusa in tutti i Comuni. Credo, quindi, che ci sia la necessità che il Governo e le istruzioni locali facciano appieno la loro parte nell’effettuare le attività di prevenzione».
Francesco Campi – Il Gazzettino di Rovigo – 10 novembre 2027