Il ministro: «Questa la mia proposta, non è un contentino. Palla al Parlamento». Attenuazione svantaggi classe 1952
MILANO – «Un prelievo del 25% come contributo di solidarietà per le pensioni sopra i 200mila euro». È la proposta avanzata da Elsa Fornero e accolta nell’emendamento del governo alla riforma del sistema previdenziale. Lo ha annunciato lo stesso ministro del Welfare nel corso dell’ audizione alla commissione Lavoro della Camera: «Io la proposta la faccio – ha detto – la palla passa a voi, al Parlamento. Non si tratta di un contentino».
FIDUCIA NEL FUTURO – «In un provvedimento ispirato alla richiesta sacrifici non possono rimanere fuori le pensioni più elevate – ha argomentato – Queste pensioni non sono il corrispettivo dei contributi versati, è sempre stata una mia personale posizione e un’ esigenza che ho sempre sentito di equità dentro generazioni» Nel governo c’è la volontà di «attenuare gli aspetti più severi» delle misure varate: «Queste sono le ore in cui spero che chiuderemo non con la soddisfazione di tutti, che non è possibile, ma spero con maggiore fiducia sul futuro», è stato l’auspicio del ministro.
CLASSE 1952 – Stando a quanto annunciato da Elsa Fornero alla Camera, il governo intende almeno in parte riequilibrare la situazione dei nati nel 1952, la classe più penalizzata dalla riforma. «Faremo in modo che ci sia, a parità di saldi, un’attenuazione rispetto a questo forte incremento della vita lavorativa richiesto», tuttavia si tratterà di «qualcosa di modesto». Le persone di questa generazione che hanno iniziato a lavorare in età precoce, ha ricordato, «sono già in pensione».
CAMUSSO: GIUSTO COLPIRE LE PENSIONI D’ORO, PERO’ MANCA LA PROGRESSIVITA’ – Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, accoglie con soddisfazione la proprosta di colpire le pensioni d’oro, un’area dove «è corretto spostare l’attenzione», però, per quello che si è saputo fin qui, il criterio sembra mancare di progressività «e rischia di non essere accoglibile. Così si rischia l’assurdo e cioè che una pensione di 200 mila euro diventi più bassa di una da 190 mila».
Corriere.it – 13 dicembre 2011