La riforma delle pensioni «è già stata largamente fatta ma necessita di tempi più accelerati» di quelli previsti. Lo ha detto il ministro del Welfare Elsa Fornero, parlando in videoconferenza all’assemblea della Cna.
Riforma delle pensione e risparmio delle famiglia sono alcuni degli elementi positivi, indicati da Fornero, su cui può contare l’Italia.
Il ministro ha poi ricordato le prospettive congiunturali «non certo lusinghiere» sia a livello globale sia per il Paese, che ha, inoltre, «problemi strutturali di lungo termine». I tre principi di azione del governo saranno «rigore finanziario, equità degli interventi e la crescita per dare prospettive alle giovani generazioni», volti a tutelare anche i più deboli, dal momento che non devono essere loro «a sopportare la parte maggiore dei sacrifici che la situazione impone».
Fornero indice in «rigore ed equità» le parole d’ordine che il nuovo governo è intenzionato a portare avanti. Un rigore, dice per videomessaggio davanti alla platea dell’assembela della Cna, «necessario per sanare lo squilibrio economico e finanziario che il resto del mondo ha dimostrato di non tollerare chiedendoci un rientro dal debito in tempi rapidi» e associato anche «ad una azione improntata a sobrietà»; una equità che «implicherà che i sacrifici imposti siano equlibrari in funzione della capacità di sopportazione dei singoli» perchè «non possono essere sempre i più deboli, non solo per reddito, a sopportare i maggiori sacrifici».
Con interventi di rigore ed equità, dunque, «si potranno rimuovere e attenuare i lacci e lacciuoli che hanno impedito al Paese di crescere. L’azione di risanamento è particolarmente complessa anche perchè nel medio termine deve superare i nodi strutturali esistenti», dice ancora guardando ai trasporti, all’energia, all’istruzione ma anche alla burocrazia che per le pmi fa rima con costi e lentezze.
Una situazione «difficile», che però per Fornero può contare su alcuni elementi positivi: «i risparmi delle famiglie sono comparativamente più elevati; la riforma pensionistica è stata già parzalmente fatta e i tempi potranno essere accelerati, un’imprenditoria diffusa che contribuisce all’azione di rilancio», dice, indicando ancora la necessità di attivare «meccanismi più efficienti di presenza pubblica; di una fiscalità attenta alla crescita; di una trasparenza ed equità fiscale». Il momento d’altra parte è critico: «Nessun paese è tornato ai livelli occupazionale precedenti alla crisi; altri paesi, pur importanti, sono ancora molto lontani dall’obiettivo. La stessa produzione non ha ancora recuperato i livelli pre 2007 ed è peggiorata l’instabilità finanziaria».
A questo si è unito il fatto, prosegue Fornero, che «a livello europeo l’accento doveroso sulla stabilità delle finanza pubbliche, non accompagnate da azioni di rilancio, ha contribuito a smorzare la ripresa produttiva». Per questo «le prospettive congiuntutali non sono certo lusinghiere», conclude.
Fornero ha poi parlato della chiusura della produzione Fiat a Termini Imerese, sottolineando che il governo segue la vicenda «con grande attenzione», e rivelando poi che il governo stesso «nel pieno rispetto dell’autonomia delle parti, è disponibile a offrire il suo contributo costruttivo, se richiesto, alla soluzione della vicenda». Fiat è «un simbolo della capacità produttiva e dell’identità nazionale», ma è anche vero che «le grandi imprese non devono abbandonare il Paese», ha concluso.
ilsole24ore.com – 24 novembre 2011