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Fornero: nessun rinvio per l’Aspi, poche modifiche a riforma lavoro

L’Aspi entrerà in vigore il primo gennaio 2013 senza rinvii. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a margine di un convegno di Confcommercio sulla riforma del mercato del lavoro.

«Abbiamo fatto un lavoro con la Camera per poche modifiche – parlando dell’Assicurazione sociale per l’impiego -. Non ci sarà nessun rinvio per l’Aspi che entrerà in vigore il primo gennaio 2013. Dovremo aver chiuso – ha concluso – con le poche modifiche richieste dalla Camera». Ieri il pacchetto di modifiche alla riforma del lavoro che è stato introdotto nel decreto sviluppo era stato in un primo momento bocciato per inammissibilità e poi riammesso in tarda serata.

Il ministro: la riduzione della precarietà avvantaggia le imprese

«Il lavoro “mordi e fuggi non può avere una buona produttività», per questo Fornero si è detta convinta che «la riduzione della precarietà avvantaggi le imprese». Il lavoro precario, ha osservato il ministro, è meno produttivo «anche quando chi lo rende ha un elevato capitale umano come capita da noi, perchè noi formiamo i nostri giovani ma non diamo loro un’adeguata prospettiva di occupazione. Chi è confinato all’interno di prospettive molto brevi – ha ricordato Fornero – non può lavorare in una logica favorevole all’impresa».

«Sono stata riformista ma non faccio miracoli»

«Io mi ascrivo alla categoria dei sani riformisti – ha affermato la responsabile del Welfare -, ma i sani riformisti non hanno bacchette magiche e non fanno miracoli». Il ministro ha sottolineato il momento di «estrema difficoltà» in cui è nato il Governo. «I nostri vincoli sono stati molti – ha aggiunto – e il risultato può essere inferiore alle attese soprattutto se le attese sono di tipo miracolistico: arriva la riforma del mercato del lavoro e risolve tutto». «Le condizioni della finanza pubblica – ha affermato – rischiano di strangolare il Paese». Il pericolo che si corre è quello di subire «effetti dirompenti».

Su Marchionne: il Paese lo convincerà a rimanere in Italia

Il ministro ha parlato poi di Sergio Marchionne. Per evitare che l’amministratore delegato di Fiat abbandoni il Paese «non lo convincerò io, credo che lo convincerà il Paese dimostrando di essere migliore di come era in passato».

Concertazione? No se vuol dire decidere insieme

Fornero è tornata sulle dichiarazioni del premier Monti («la concertazione è all’origine dei mali che oggi combattiamo», ha detto mercoledì nel corso dell’assemblea dell’Abi) e ha ha distinto tra «dialogo» e «concertazione», aggiungendo che quest’ultima «vuol dire decidere insieme, allora questo non è il governo della concertazione». Il ministro ha spiegato come l’esecutivo in occasione della trattativa sulla riforma ha «deciso di avere un dialogo con le parti sociali», in cui «abbiamo ascoltato tutti, ricompattato tutto, non in un compromesso ma in un equilibrio».

Ho fatto appello alle Regioni per lavorare insieme sull’apprendistato

Fornero è tornata sull’incontro di ieri con gli assessori regionali. «Se uno fa un appello alla cooperazione, mi sembra un po’ strano che questo debba essere preso come una predica» e si risponda «l’autonomia è mia e la gestisco come voglio». Ieri, ha continuato il ministro, «ho fatto un appello per lavorare insieme sull’apprendistato, che è materia delle Regioni», ma mi hanno risposto con un «atteggiamento sbagliato» anche se poi «abbiamo recuperato». Come il governo e gli imprenditori, «allora anche gli amministratori locali si devono guardare allo specchio e domandarsi se hanno lavorato bene nell’interesse generale», ha concluso.

Il Sole 24 Ore -13 luglio 2012

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