Nuove brutte notizia dalla Francia per la Ferrero. Il Senato ha approvato in prima lettura la cosiddetta “legge Nutella”, che quadruplica (da 100 a 400 euro a tonnelata) le imposte sull’impiego dell’olio di palma nei prodotti alimentari.
Il provvedimento è passato con 212 voti a favore e 133 contrari tra le protesta dei rappresentanti della Malaysia e della Costa d’Avorio, i maggiori produttori di olio di palma. Il testo – che dovrà passare ora all’esame dell’Assemblea Nazionale – è stato presentato dal deputato socialista Yves Daudigny, perchè secondo lui il grasso vegetale “ricco in grassi saturi potrebbe danneggiare la salute”. Da Alessandria, quartier generale della Ferrero, hanno già fatto sapere che non cambieranno ricetta.
I francesi sono i più ghiotti consumatori di questa crema spalmabile che Le Monde definisce un “cult”. La stampa d’Oltralpe è in fermento. E Les Echos si domanda: “La famiglia Ferrero deve tremare?”. L’emendamento è stato battezzato “Nutella” anche se i prodotti alimentari che contengono l’olio di palma sono numerosi. La proposta di triplicare la tassazione è stata avanzata dal senatore socialista Yves Daudigny, invocando la nocività di questo olio e il fatto che coltivazione delle palme contribuisce alla deforestazione in Malesia e in Indonesia. Frederic Thil, direttore generale della Ferrero in Francia, si dice più preoccupato per “l’impatto sull’immagine della Nutella che per le conseguenze economiche della tassa”. Risponderà alle domande dei consumatori diffondendo le sue risposte sulla stampa scritta a partire da venerdì. “La posta in gioco è alta” per il gruppo italiano, osserva Les Echos. La Nutella è “la fabbrica di soldi” della Ferrero e in Francia rappresenta l’85% del mercato delle creme spalmabili. Una posizione egemonica chela Ferrero non intende perdere. Finora, nota il quotidiano economico, “nessuno è riuscito a detronizzare la Nutella”. Ma la polemica “rischia di costare cara” alla Ferrero. Il gruppo studia come affrontare l’argomento senza perderci nelle vendite. Per il momento, si è limitato a menzionare l’olio di palma tra gli ingredienti sul sito internet del gruppo. L’olio di palma non compare nelle etichette sulle confezioni di Nutella, che indicano genericamente “olio vegetale”. La regolamentazione europea per ora non chiede di più. A metà 2014, tutti gli industriali dell’alimentazione dovranno precisare la presenza di olio di palma. Alcuni, come Casino, hanno soppresso l’ingrediente da molti prodotti. “Perché Ferrero si ostina?”. Perché, spiega Frederic Thil, l’olio di palma dà un’untuosità che non si ottiene con altri oli”. Les Echos cita il parere del nutrizionista Jean-Michel Lecerf, dell’Istituto Pasteur, secondo cui l’olio di palma “non è assolutamente tossico”, ma “in grandi quantità, può favorire le malattie cardio-vascolari a causa del suo tenore di acidi grassi saturati”. Il quotidiano ritiene però fondata l’accusa secondo cui l’olio di palma è responsabile della deforestazione in Malesia e Indonesia, dove è prodotto all’85%: questa coltivazione è esplosa negli ultimi quindici anni ed è essenziale per l’economia dei due paesi. In un blog , Les Echos sottolinea che i francesi adorano la Nutella. “Nessuno consuma tanta Nutella come noi. Ne mangiamo più di 100 milioni di barattoli all’anno”. La ragione del successo? Prima di tutto, il gusto “molto riconoscibile e quasi inimitabile”. Una ricetta inventata da Pietro Ferrero quando, alla fine degli anni ’40, nell’Europa in ricostruzione a corto di cioccolato, “per riempire i barattoli senza non spendere troppo in cacao” ebbe l’idea di allungare la sua crema con olio e nocciole, racconta Les Echos . “Nutella è partita all’assalto della Francia negli anni ’60 e il successo è stato rapido”. La Nutella ha fatto della famiglia Ferrero la prima ricchezza d’Italia, la quinta d’Europa. I discendenti di Pietro Ferrero “pesano più di 18 miliardi di dollari. E’ più di Silvio Berlusconi”. E adesso il successo durerà? Secondo Les Echos, ci vorrebbe un boicottaggio massiccio per danneggiare il marchio. E anche se esiste un rischio per l’immagine, “i barattoli di Nutella si continueranno a vendere”. Sul quotidiano c’è anche un ritratto di Michele Ferrero, definito “l’uomo calorico”, il “guardiano del tempio” fedele custode della ricetta del padre Pietro e di un metodo d’impresa che spinse la famiglia Ferrero a rinunciare nel 2010 all’acquisto della britannica Cadbury.
ilsole24ore.com – 15 novembre 2012