Manzato: galline ovaiole: Ue dia sostegni per riconversioni impianti
L’Unione Europea ammetta a contributo gli interventi per adempiere agli obblighi previsti per gli allevatori di galline ovaiole e attivi una deroga a livello di Piano di Sviluppo Rurale a sostegno degli adeguamenti degli impianti.
La richiesta è tesa a consentire di conformarsi ai nuovi requisiti entro 36 mesi dalla data in cui questi diventano efficaci, ossia fino al 31 dicembre 2014”. Questo l’appello dell’assessore regionale all’agricoltura Franco Manzato diretto alla UE affinché non penalizzi le Pmi italiane in questo momento di particolare difficoltà in ogni settore, con la previsione di dover procedere all’abbattimento, al 1° gennaio 2012, delle ovaiole allevate in gabbie non conformi alle direttive.
“Vorremmo che le aziende fossero messe nelle condizioni di poter accedere ai contributi del PSR per l’adeguamento alle normative – evidenzia Manzato – in quanto i nostri allevatori vogliono farlo e chiedono solo il tempo per eseguire i passaggi necessari. Le ovaiole interessate dai provvedimenti sono circa 7 milioni in Veneto e circa 18 milioni in Italia. Considerando un valore variabile da 8 a 20 euro per capo, per l’adeguamento delle gabbie si calcola un costo complessivo di alcune decine di milioni di euro solo nella nostra regione”. “Non dimentichiamo inoltre – aggiunge Manzato – che questo si tradurrebbe in un danno anche per i consumatori. A fronte di una riduzione di uova non solo venete ma anche italiane ed europee, siamo a rischio importazione da Paesi extracomunitari, come la Cina, senza avere certezza di qualità e salubrità”.
Con la Direttiva europea 1999/74 CE, recepita dal decreto legislativo 267/03 entrato in vigore il 5 ottobre del 2003, sono stati identificati tre sistemi di allevamento delle galline ovaiole: gabbie non modificate (convenzionali), gabbie modificate (o “arricchite”) e sistemi alternativi alla gabbia (a terra, all’aperto, in aviario). L’utilizzo di impianti con gabbie convenzionali è vietato dal gennaio 2012. “Sono seriamente preoccupato – conclude Manzato – per le perdite che la direttiva procurerà al comparto, ma anche per i risvolti a cui il Veneto dovrà andare incontro con l’applicazione del provvedimento in questione: sanzioni, concorrenza sleale tra Stati, oneri maggiori e differenza di reddito. Con la linea dura adottata dal Parlamento si corre il rischio che all’inizio del 2012 ci si trovi di fronte ad un calo della produzione di uova con conseguente rialzo dei prezzi per il consumatore”.
(AVN) – Venezia, 10 novembre 2011