Garda. Turisti fotografano nutrie invece di anatre e cigni
Alcuni esemplari di questo roditore compaiono ogni sera alla foce del torrente Gusa, in pieno centro. I ristoratori: «I turisti non hanno paura, fanno a gara per fotografarle e dare loro cibo» Ma il Comune ha già varato un piano per catturarle: «Danneggiano argini e colture»
Un turista si avvicina alle nutrie con un boccone: sono molte le persone che danno loro da … Lo spettacolo della rocca visto dal lungolago? Il profilo merlato di villa Albertini? Il suggestivo porticciolo rotondo di punta San Vigilio? Macché. Tra le attrazioni più fotografate dai turisti in visita a Garda nell´estate 2012 ci sono le nutrie. Perché verso l´ora di cena dal torrente Gusa (quello, per intenderci, che costeggia il centralissimo Centro Congressi), al posto di cigni e germani, andati a dormire, fanno capolino alcuni esemplari di questo roditore cugino del castoro.
Animali che raggiungono anche i dieci chili. Ma che pare non impensieriscano più di tanto i turisti, incuriositi e divertiti al punto da avvicinarli con qualche boccone e immortalarli in una serie di scatti.
«Ogni sera la scena si ripete», raccontano al ristorante-pizzeria Il Merlo, accanto al torrente. «Gli animali escono dall´acqua e si fanno due passi sull´erba dei giardini. I turisti, soprattutto stranieri, ci chiedono di che si tratta e vanno a cercare spiegazioni sull´iPhone. Poi, capito che non c´è da aver paura, si avvicinano e iniziano a fotografarle».
Conferma Gianfranco Ragnolini, che vende sciarpe e foulard a un banchetto sul ponte del torrente. «Ormai sono una vera e propria attrazione delle serate gardesane».
E pensare che questo mammifero, importato decenni fa dal Sudamerica come animale da pelliccia e, passata la moda, liberato nei corsi d´acqua, è ora considerato una piaga. Nessun rischio di leptospirosi come può essere per i topi, rassicura il biologo Ivano Confortini, responsabile del servizio Tutela faunistica e ambientale della Provincia, ma per mangiare i roditori imperversano nei campi, divorano ortaggi e le tane danneggiano argini dei fiumi e sistemi di irrigazione.
E in effetti l´amministrazione, in accordo con la Polizia provinciale, si è già attivata per trasferirli.
«Già nei prossimi giorni utilizzeremo alcuni volontari per posizionare delle gabbie per catturarli e spostarli», spiega il sindaco Antonio Pasotti. «Non c´è dubbio che vadano mandati via: se alcune persone sono attratte, infatti, altri sono spaventati perché li scambiano per grossi ratti, che danno idea di sporcizia. Se tempo fa se ne stavano in disparte, ora che ricevono bocconi non hanno più paura e si avvicinano. E poi si riproducono in fretta: lasciarle qui signficherebbe che in futuro potrebbero moltiplicarsi».
Basta poco, infatti, perché la situazione, ora sotto controllo, degeneri. «Sono molto prolifiche, con parti plurigemellari quattro o cinque volte l´anno», sottolinea Anna Maggio, comandante della Polizia provinciale, che gestirà la cattura e la soppressione, «e i danni che creano all´agricoltura e ai fiumi sono notevoli. Ecco perché la Provincia ha varato un piano di contenimento di questa che non è una specie protetta. Al momento, comunque, la situazione sul Benaco non è allarmante», precisa. «Semplicemente qualche esemplare è comparso lungo i corsi d´acqua o nei canneti ed è preferibile rimuoverlo subito».
L’Arena – 25 agosto 2012