Anche Gianni Mancuso, parlamentare uscente e presidente Enpav, si ricandida nella lista Fratelli d’Italia in Piemonte.
«La ripartenza dell’Italia richiede l’impegno di tutte le anime del Paese e noi Medici Veterinari, professionisti della sanità pubblica, dobbiamo continuare ad avere una rappresentanza in Parlamento che apra sempre di più la Legislazione al contributo professionale, tecnico e scientifico di salute, di sicurezza alimentare, di tutela animale, delle produzioni agro-alimentari – scrive Mancuso in una lettera ai colleghi – Se gli elettori lo vorranno, mi rimetterò fin da ora al servizio di questo impegno di rappresentanza. Chi è già stato Deputato della Repubblica come me, torna ai blocchi di partenza con uno zaino d’esperienza da investire lungo il nuovo cammino. Nel mio, non porto solo preziosi risultati, ma anche qualche rammarico. Ed è proprio da lì che nasce la mia determinazione a continuare a credere nel contributo fondamentale che, dalle sedi parlamentari, può arrivare alle professioni e alla sanità veterinaria. A maggior ragione se in quelle sedi siedono membri della nostra professione».
«Da Presidente Enpav – continua Mancuso -ho toccato con mano l’enorme difficoltà di far comprendere ai miei Colleghi Legislatori e alle forze di Governo l’importanza di un assetto previdenziale autonomo per i professionisti, capace di assolvere un compito di rilevanza certamente pubblica, con scelte però auto-determinate.
Le due riforme previdenziali varate e approvate nel corso di questa Legislatura nascono dal nostro senso di responsabilità, ma sono costate mediazioni e battaglie nei confronti di una classe politica in larga parte impreparata di fronte al mondo professionale, più portata alla diffidenza che al contributo, più propensa a depauperare il nostro diritto previdenziale che a salvaguardarlo».
«La distanza del Legislatore e dei Governi dai nostri temi è testimoniata dalle mie numerosissime interrogazioni parlamentari su tutti i temi che ci hanno toccato da vicino. Lo dimostrano gli altrettanto numerosi emendamenti che ho presentato, anche raccogliendo sollecitazioni provenienti dal nostro mondo. L’ultimo non accolto, in ordine di tempo, riguardava la precarizzazione della dirigenza veterinaria, una male che purtroppo si accompagna a preoccupanti minacce per gli attuali assetti dipartimentali, per la stabilità della funzione veterinaria nelle Regioni».
18 gennaio 2013