L’accordo sulla legge anticorruzione è stato raggiunto all’ora di pranzo in una stanza del ministero della Giustizia. Attorno al tavolo, vicino al Guardasigilli Andrea Orlando e al sottosegretario Enrico Costa, i membri del Pd, di Ncd, di Scelta civica. Un vertice di maggioranza che ha sciolto i nodi e ha consegnato un testo sull’anticorruzione da portare finalmente al voto del Parlamento.
Nel pomeriggio a Montecitorio il ministro Andrea Orlando, che in serata ha ricevuto una telefonata di congratulazioni dal premier Matteo Renzi, si è mostrato piuttosto soddisfatto del risultato: si inaspriscono le pene per la corruzione e per la concussione, ma si è pensato anche ad uno sconto per chi decide di collaborare con la giustizia: da un terzo a metà della pena. Non è un dettaglio.
Non è un dettaglio nemmeno la decisione di estendere la punibilità per il falso in bilancio. Era dal 2002 che per il falso in bilancio si poteva procedere soltanto su querela di parte, adesso si è deciso di procedere sempre d’ufficio. Silvio Berlusconi però non ha digerito la scelta della maggioranza. L’ex Cavaliere ieri ha sommato questa mossa del governo a quella delle frequenze tv e non l’ha presa bene. È convinto, che con questo pressing Renzi voglia portarlo a miti consigli sulle riforme.
Da Palazzo Madama ci ha pensato Francesco Nitto Palma, il presidente forzista della commissione Giustizia, a cercare di ridimensionare l’accordo: «Mi sembra che abbiano aggiunto parecchi elementi rispetto al testo base. Questo vuol dire che dobbiamo ricominciare da principio con gli emendamenti e i sub emendamenti. Ovvero che il tempo si allunga di nuovo». L’omologa di Nitto Palma a Montecitorio, la democratica Donatella Ferranti, è evidentemente molto più ottimista: «Abbiamo raggiunto un ottimo accordo che non danneggerà le imprese sane e sarà un ottimo strumento contro la corruzione, soprattutto grazie al ripristino della punibilità del falso in bilancio». Anche gli esponenti del Movimento cinque stelle intervengono: «Noi siamo pronti a votare le norme della corruzione e del falso in bilancio dal 2013. Vogliamo vedere cosa farà davvero il governo».
Sui tempi è lo stesso Orlando a fare il punto: «La corsia preferenziale c’è ed è dei nei fatti, nel senso che il provvedimento già la settimana prossima sarà votato in commissione».
L’accordo di ieri piace ai magistrati. In una nota l’Anm non esita in una nota ufficiale: «Quella imboccata dalla maggioranza è una strada giusta e deve essere percorsa ulteriormente, con coraggio».
Raffaele Cantone, presidente dell’autorità anticorruzione, si sbilancia poco nel contenuto. Dice: «L’importante è che ci sia una legge organica che preveda una buona norma sul falso in bilancio». Non ha fretta Cantone: «Il Parlamento forse si sta prendendo un po’ di tempo, ma è meglio attendere un mese in più e avere una buona legge».
Era stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel suo discorso di insediamento aveva sollecitato norme anticorruzione. Ed è stato davanti a lui, nell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Consiglio di Stato, che il presidente Giorgio Giovannini ha invocato «un giudice amministrativo forte, indipendente e autorevole per combattere i fenomeni di corruttela vasti e ramificati che quasi quotidianamente vengono alla luce».
Il Corriere della Sera – 6 febbraio 2015