Una ricerca guidata da un team dell’Università neozelandese di Canterbury ha scoperto che gli erbicidi comunemente utilizzati, come Roundup, Kamba e 2,4-D, possono avere l’effetto di rendere i batteri resistenti agli antibiotici. In fase di approvazione, gli erbicidi possono essere testati anche per la loro capacità di uccidere i batteri ma non sono mai testati per verificarne altri possibili effetti.
Quello neozelandese, pubblicato dalla rivista dell’American Society of Microbiology mBio, è il primo studio al mondo che approfondisce anche questo aspetto.
Essendo molto sorpresi da questa scoperta, per essere sicuri che i risultati non fossero dovuti alle condizioni del laboratorio o a possibili contaminazioni, i ricercatori dell’Università di Canterbury hanno fatto condurre lo stesso esperimento a un collega di un’altra Università neozelandese, quella di Massey, che ha seguito la medesima procedura, senza sapere quale sostanza specifica aggiungeva ai batteri, ottenendo gli stessi risultati.
Le concentrazioni di erbicidi utilizzate nello studio, che hanno mostrato la possibilità di indurre una resistenza di taluni batteri agli antibiotici, erano superiori a quelle massime ammesse come residuo nei cibi ma all’interno delle quantità consentite nella loro applicazione sui terreni.
Beniamino Bonardi – 19 aprile 2015 – Il Fatto alimentare